Nel libro di Squillace, sulla storia della nostra parrocchia, leggevo un breve brano in cui il parroco Don Carretta riportava brevemente la cronaca parrocchiale, sottolineando che la processione del Venerdì santo era la processione più partecipata.
Perché ora non c’è questa moltitudine?
La causa non siete voi . La vostra presenza, anche se piccola rispetto al numero di abitanti, è la positività da cui ripartire.
La causa ve la spiego con un episodio che mi è capitato più di 25 anni fa.
Stavamo facendo una visita pastorale. In quella parrocchia erano presenti più di tre congreghe che, col loro fare si paragonavano ai Templari o ai cavalieri del santo sepolcro, al tempo delle crociate.
Come a dire: ”Se non ci fossimo noi, qui…”
Il vescovo chiese come organizzavano le quarant’ ore e loro si guardavano come per dire: ”Che è sta cosa?”
Ecco la causa. Si è perso il senso della pietà popolare.
Lo stesso è avvenuto nella nostra comunità.
Lo ripeto spesso. Pensiamo al devozionalismo (per non dire superstizione) dei tanti che portano le ciotole del grano il giovedì santo e poi neanche 80% di chi lo porta, non si ferma alla S. Messa.
Pensiamo alla “cunfrunta” . La gente entra in chiesa a Pasqua dieci minuti prima della messa e se fuori piove.
La cosa più importante è fare la foto, gareggiare a chi l’ ha fatta meglio ecc…
Tutto è diventato un “social” e mi dispiace ripetere un pensiero di Umberto Eco: ”I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».
La storia va letta con una certa onestà intellettuale e bisogna lasciarla fare a chi sa cos’è la storia.
Qual è la soluzione?
Per me rimane sempre quello che già vi ho riportato domenica del Battesimo (gennaio): Il pensiero di don Giussani:” Perché avvenga la fede nell’uomo deve accadere prima qualcosa: l’Avvenimento dell’incontro con Cristo in cui si fa esperienza di un’eccezionalità”.
Solo l’incontro con Cristo cambia la tua visione del reale.
“Chi spera in Cristo non può accettare la realtà come si presenta”.
(J.Moltmann)
Chi incontra Cristo comprende che il Mistero della croce è ciò che ci porta oltre le cose di questo mondo.
La fede ci conduce, ci educa a guardare avanti e non alla nostalgia del passato.
“Gli uomini apprendono poco dall’altrui esperienza. Ma non ritorna mai
lo stesso tempo nella vita dell’uomo. Si faccia pur rompere la corda, cadere la squama. Soltanto lo sciocco, fisso nella propria follia, può pensare di poter far girare la ruota sulla quale gira egli stesso”.(T.Elliot)