Concludiamo questo momento che definiremmo forse il più particolare o anche sentimentale: L’incontro con Maria Addolorata.
In un certo senso doveva essere il primo momento. Come diceva il card. Martini:”Lei ha capito molto più intimamente e l’ha sofferto più delicatamente di Pietro, quindi ci può aiutare ad introdurci in esso”.
Entriamo insieme con Maria, nel Mistero della croce.
Il cammino di questo mistero non è solo lì, nel momento della crocifissione, nella consegna del corpo,della sepoltura, della passione, da non intendere come dolore, ma la passione della vocazione di Maria.
Inizia dall’annunciazione, una vita che viene offerta totalmente a Dio,
un cammino che poi continua. Dopo la visita a santa Elisabetta, c’è un momento particolare a cui noi, poi, come Comunità parrocchiale, diamo anche un certo rilievo in occasione della festa del due febbraio, festa della presentazione di Gesù al tempio: La candelora.
Mi colpiva la spiegazione del cardinale che abbiamo ripreso nella catechesi.
Quando Gesù viene presentato al tempio, c’è l’incontro con Simeone e Anna.
Cosa fanno? Qui c’è un passaggio importante. Solo leggendo il Vangelo nei dettagli si può capire il tema centrale di questo momento.
Così riporta l’autore :”Arrivano e si congratulano col figlio, non con la madre, come di solito si fa in occasione di una nascita. E’ il Figlio al centro dell’attenzione e dell’interesse, quindi Maria nella sua gioia immensa di Madre, riceve un ammonimento: Lui solo conta. Da questo momento impara a fare tutto per Gesù, anche a ritirarsi nel nascondimento” .
E infine il dopo.
Noi spesso abbiamo ripreso il passaggio “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.(Lc 2,35) Ci si riferisce al momento della crocifissione.
Invece ha un altro significato più profondo.
Il Cardinale lo spiega bene:”Il cuore di Maria vuole significare la sua partecipazione intima a Gesù contraddetto, il veder il proprio Figlio bersaglio di contraddizioni e respinto, il vederlo in mezzo alle ambiguità e il sentirsi lacerata dalla sofferenza del Messia”.
Voglio osare un paragone:”Il cuore di una madre di un figlio disabile, soffre di più, di fronte alla malattia del figlio, quando viene lasciato solo o bullizzato dai suoi compagni”.
Pensiamo ad un altro passaggio, ad un passo del vangelo che ascoltiamo solo in alcune occasioni: ”Vanno da Gesù e gli dicono: C’è qui tua madre e i tuoi fratelli e Gesù risponde:Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.
Cosa viviamo in questo momento?
Un dono unico, la libertà di Cristo. E Maria comprende che vivere la vocazione di Dio, il vivere l’annunciazione, è quella di lasciare Gesù al suo destino:”Un figlio è tuo ma non è tuo”.
Pensiamo per un momento alla spogliazione di san Francesco d’Assisi, a questo lasciare il mondo, per servire il mondo. La povertà di essere libero in Dio.
Chi è Maria, chi è la Madonna perchè abbiamo la necessità di essere suoi figli e quindi cercare questa maternità?
Maria sotto la croce e nella Pentecoste, diventa Madre della Chiesa.
Noi consegniamo Gesù a Maria.Questo segno della pietà popolare, è il segno che noi consegniamo la nostra stessa passione, il nostro ideale che è Cristo a Colei che è Madre.
Nella Madonna noi ci ritroviamo figli.
“Due grandi amori deve possedere il nostro cuore: Maria come punto d’arrivo e la croce come mezzo per essere un’altra lei nel mondo, e adempiere i disegni di Dio”.(Chiara Lubich)