Ho conosciuto Don Bosco quando avevo 15 anni. Un
mattino mentre stavo per confessarmi da lui, venne un
giovane ad avvertirlo che non si poteva dare ai giovani
la colazione, perché non vi era più pane. Don Bosco
rispose: «Andate a prenderne in panetteria dal signor
Magra». Soggiunse l’altro: «Non vuole portarne, perché
non l’hanno pagato». Allora Don Bosco aggiunse:
«Andate a cercare nella dispensa tutto quello che vi
è». Ritornò il medesimo individuo a dire a Don Bosco:
«Ho raccolto tutto, e sono poche le pagnottelle, non
sufficienti al bisogno». Don Bosco fece cenno che non
s’inquietasse, che a momenti sarebbe venuto egli stesso.
Difatti, confessato il giovane che gli stava dappresso, si
alza e si avvia alla porticina della sacrestia alla cui porta
si distribuiva il pane. Memore io allora di altri fatti
miracolosi uditi sul conto di lui, e preso dalla curiosità,
lo precedetti per andarmi a collocare a luogo conveniente
da poter bene vedere e considerare ogni cosa a mio agio.
Guardai il cesto e vidi che conteneva al più una ventina
di pagnottelle. Don Bosco intanto distribuisce il pane
ai giovani contenti di riceverlo da lui, gli baciano la
mano, mentre a ciascuno dice una parolina e dispensa
un sorriso. Ricevono tutti e trecento il pane, e quando
la distribuzione è finita, io considero di nuovo la cesta
del pane, e con mia grande ammirazione vedo la stessa
quantità che era stata portata prima, senza che fosse
stato recato altro pane o mutato il cesto
