giovedì, 21 Novembre 2024
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“Maestro dove abiti?…Venite e vedrete”.(Editoriale Fontana del villaggio Ottobre 2023 Don Roberto Celia)


Ho voluto scegliere come titolo di questo editoriale il passo del vangelo di Giovanni, dove egli stesso racconta l’incontro decisivo che hanno avuto con Gesù.
Andrea e Giovanni erano già discepoli del Battista, quindi uomini che già facevano un cammino di fede e di attesa del Messia.
In Gesù vedono un qualcosa di diverso dal loro maestro. Vivono nel cuore quel sentimento, quella sete che li spinge a domandare, anche perché lo stesso profeta, al momento del suo passaggio, dice: ”Fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”.
Domanderanno a Gesù dove abita. Cercano, cioè, una relazione con Lui. Chiedere dove abita significa voler entrare in rapporto.
Alla domanda segue un invito: “Venite e vedrete”.
C’è un momento cruciale.
Lo stesso Giovanni scrive:” Erano circa le quattro del pomeriggio”.
Quando una persona ricorda l’ora in modo così preciso e quello che stava facendo? Se ci pensiamo, solo nei momenti più importanti della nostra vita.
L’evangelista annota l’orario perché è stato per lui quello spartiacque della sua vita.
C’è un incontro vero che chiede una sequela, il vivere una vocazione vera.
Mi piace sempre riprendere quello che, a riguardo, diceva don Giussani:
”Se quel giorno i due discepoli non l’avessero seguito, avrebbero detto un giorno: “Abbiamo conosciuto un grande uomo”. Come io traduco questo passaggio:”E’ come quando io incontro tanti uomini adulti che mi dicono:”Da piccolo facevo il chierichetto” ed io rispondo:”Non si campa di rendita”.
L’inizio dell’anno pastorale è questo invito che viene rivolto ai catechizzandi e alle loro famiglie, affinché l’invito a “vedere” è comunitario.
Entrare nella casa di Dio è voler comunicare e vivere in relazione con Lui.
È amaro constatare che i genitori stanno fuori in auto e aspettano che i figli finiscano il catechismo o la Messa, o arrivare all’ultimo minuto, come se facessero una corsa automobilistica e vedere chi salta più veloce dentro per scappare a casa. Questo fa capire ciò che si pensa del cammino catechistico e liturgia eucaristica.
Questo scappare, per fare poi cosa ?
Scriveva don Antonio Mazzi: ”E’ cattiveria raffinata mettere al mondo figli che adolescenti dovrebbero rifare il mondo, per poi offrire loro la pizzeria, la discoteca, il computer”.
Abbiamo bisogno di vedere la Verità e questa Verità è una persona:Cristo.
Questa verità non è un sentimento. Ha una dimora, un luogo ed è la Chiesa.
I due discepoli, Andrea e Giovanni, sono stati la prima Chiesa.
Potremmo dire che sono stati coloro che non solo hanno riconosciuto Cristo, ma lo hanno vissuto.
Non può aver Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre”.
(San Cirillo D’Alessandria)

Saremo pellegrini girovaghi che, come viandanti, andremo per le fiere dei paesi, pensando così di vivere una devozione mariana o dei santi, ma saremo solo uomini che mirano alle bancarelle o ai balli che si ripetono. Alla fine sarà solo una noia che riempie di noia, un nulla che già bussa alla nostra porta.
Riprendendo la poesia di Leopardi, che già riportavo nell’editoriale di agosto:” ”ahi, ma nel petto,
Nell’imo petto, grave, salda, immota
Come colonna adamantina, siede
Noia immortale, incontro a cui non puote
Vigor di giovanezza”

Il tutto sarà sostituito dalla noia, perché quando non si cerca, si affoga nella noia.

Celia Roberto