La stanchezza del mattino lascia sulla faccia degli
uomini una distrazione opaca, il presentimento del peso e del
dolore della giornata, un senso di impotenza.
Immaginiamo la Madonna al mattino: immaginiamo questa piccola donna anch’essa con la stanchezza nell’animo,
con il dolore che la trafiggeva e con l’impossibilità a comunicare l’umano in lei; perché è stata una di noi, è una di noi.
Allora viene spontaneo il vento della liberazione, lo
spirito della liberazione, l’abbandono a Dio che si è reso
carne in quella donna: «E il Verbo si è fatto carne, ed abita in
mezzo a noi». Da qui incomincia tutto.
Ma occorre che il ricordo penetri e dissolva le ombre, le
frange delle nubi che coprono l’orizzonte della nostra terra.
«La grazia di questo mattino trasformi la terra in altare»,
mostri cioè che la terra è segno del Mistero «e l’opera tutta
dell’uomo diventi oblazione di lode»: offerta per la gloria di
Dio, per la gloria di Cristo, Dio che si è fatto uno tra noi ed
è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. A noi tocca risollevare il mondo delle coscienze degli
uomini verso questo sereno di speranza.
(don Giussani)