venerdì, 22 Novembre 2024
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SANTO DESIDERIO (don Giussani)


Ci deve aiutare anche l’immaginazione (senza immaginazione è come se ci staccassimo dal Fatto).
Immaginiamo come Maria, ragazza di quindici anni, fosse
piena di santo desiderio. Non so in quante parole mentali
fosse svolto; io credo che fossero semplici come è stato
semplice il Fiat: era piena di santo desiderio.
Dice un autore monastico anonimo del dodicesimo secolo:
«Per meritare di entrare nella vita eterna, Dio chiede all’uomo
solo un santo desiderio. Se non possiamo affaticarci per la
vita eterna in modo degno, almeno mettiamoci a correre per
il desiderio della realtà eterna, pur essendo proni a terra. E
come il cibo è cercato secondo la misura della fame e il riposo
secondo il grado della stanchezza, così Cristo è venerato,
cercato e amato secondo la qualità del desiderio santo».
Quando si alzava alla mattina, Maria era piena di santo
desiderio e durante i lavori della giornata era piena di santo
desiderio.
Quello che è accaduto non corrispondeva alla immagine
che, come ebrea partecipante alla vita del suo popolo, poteva
avere. Quello che è successo era totalmente uno strappo da
quello che lei pensava, da quello che lei si aspettava. Uno
strappo infinitamente grande: Dio diventava infinitamente
più vicino e profondo di quanto lei avesse potuto immaginare. È perché ha detto sì alla modalità con cui il Mistero
conduceva le cose, che «la sua luce splende come l’aurora»
e la ferita dell’umanità si rimargina subito, con lei. Ha detto
sì; allora la sua vita è una luce di aurora per tutti noi, per tutti
gli uomini del mondo, fino alla fine. Poiché questa ragazza
nutriva il santo desiderio, ha potuto dir di sì e allora «il Verbo
si è fatto carne».
Così deve accadere a noi, perché siamo stati chiamati a
proseguire la figura di Maria nel tempo.