venerdì, 22 Novembre 2024
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relazione: INCONTRO 1^ CONFESSIONE (genitori)


È un po’ difficile educare al valore del sacramento della prima Confessione perché, spesso, il nostro catechismo è stato solo per la prima Comunione e poi per la “costrizione” al catechismo per la Cresima e il matrimonio.
Costretti perché, purtroppo, la catechesi parrocchiale è una catechesi di ricatto: “Se non farai catechismo non farai…”
Perché si è arrivati a questo?
Non è una bella cosa, ma da parte dei genitori manca la scelta consapevole che il cammino educativo non è solo quello etico ”comportati bene , ecc..” ma abbracci anche quello della fede. Come parrocchia si è costretti ad imporre onde evitare di ricevere un sacramento senza sapere il perché.
Quando non si ha un minimo di percezione di ciò che si riceve, lascia il tempo che trova.
Ai piccoli porto il paragone delle poesie. Noi ricordiamo quelle che si avvicinano di più al nostro stato d’animo, alla nostra realtà.
Magari non riusciamo a comprendere un dipinto di Picasso, come la Guernica, però ci viene più facile contemplare un’opera di Michelangelo, come la Pietà o la Cappella sistina.
Questo non significa che dobbiamo per forza semplificare il tutto e far passare così l’idea che la catechesi sia un gioco.
Imparate a narrare e a leggere i libri ai vostri figli.
L’educazione è un cammino che inizia da piccoli.
Un bambino pensa che la Chiesa sia un parco giochi, ma se poi c’è una continuità anche lui comprenderà che la Chiesa è un luogo diverso dagli altri posti.
Non lo notate quando vanno all’asilo con una certa continuità ed invece ci sono problemi se vanno saltuariamente?
Continuità: Questa la parola chiave in un cammino catechistico.
Un matrimonio non si fa in un giorno…
È come una linea dell’elettrocardiogramma che si muove sempre e, finché rimane in quel quadro che è l’amore coniugale, non finisce , non si rompe.
L’educazione dei figli! Mi piace riportare il paragone che loro sono come una spugna. Fino al prossimo anno (5^ primaria) assorbono tutto, bene e male. Poi inizieranno a togliere fuori nel loro cammino di gruppo.
Noto spesso, purtroppo, che i fanciulli e i ragazzi di oggi non sanno stare in gruppo e neanche si cercano.
L’importanza delle “scuole” di calcio, danza, pallavolo ecc,… se sono “scuole” è perché vivono l’ideale di voler fare comunità.
L’errore è l’assolutismo o il soggettivismo, quando si pensa che solo loro sanno educare, come lo fanno i genitori, invece di confrontarsi ed avere l’umiltà di imparare.
Anche Maradona che è stato il più grande calciatore di tutti i tempi, doveva allenarsi e, da come dicevano alcuni suoi colleghi, se si fosse allenato di più e fosse stato in forma, avrebbe dato di più.
È come la parabola dei talenti.
Gesù ci offre un dono che tu devi vivere. Non fare come quello che ha nascosto il talento per il timore di rischiare.
Cos’è il rischio?
Il rischio educativo è anche accettare la possibilità della sconfitta e rimettersi di nuovo in gioco.
La Confessione, come sacramento, incontro con Dio, cosa ci insegna se non questo?
Che tutto si ricapitola in Cristo.
Non ci salviamo da soli.
Quando uno dice: ”Mi confesso da solo ecc…” significa che rifiuti la Grazia di Dio, che ti poni al posto di Dio.
E’ come uno che, caduto in un pozzo, pensa che tirandosi dai capelli ne esce da solo.