venerdì, 22 Novembre 2024
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“Rapporto sulla Fede” (Benedetto XVI)


“La interscambiabilità dei sessi visti come semplici ” ruoli ” determinati più dalla storia che dalla natura, la banalizzazione del maschile e del femminile si estendono all’idea stessa di Dio e da lì si allargano a tutta la realtà religiosa…. Il cristianesimo non è una speculazione filosofica, non è una costruzione della nostra mente. Il cristianesimo non è ” nostro “, è la Rivelazione di Dio, è un messaggio che ci è stato consegnato e che non abbiamo il diritto di ricostruire a piacimento. Dunque, non siamo autorizzati a trasformare il Padre nostro in una Madre nostra: il simbolismo usato da Gesù è irreversibile, è fondato sulla stessa relazione uomo-Dio che è venuto a rivelarci. Ancor meno ci è lecito sostituire Cristo con un’altra figura. Ma ciò che il femminismo radicale – talvolta anche quello che dice di richiamarsi al cristianesimo – non è disposto ad accettare è proprio questo: il carattere esemplare, universale, immodificabile della relazione tra Cristo e il Padre… Sono infatti convinto che ciò cui porta il femminismo nella sua forma radicale non è più il cristianesimo che conosciamo, è una religione diversa. Ma sono anche convinto (cominciamo a vedere le ragioni profonde della Posizione biblica) che la Chiesa cattolica e quelle ortodosse, difendendo la loro fede e il loro concetto di sacerdozio, difendono in realtà sia gli uomini che le donne nella loro totalità, nella loro distinzione irreversibile in maschile e femminile; dunque nella loro irriducibilità a semplice funzione, ruolo. Del resto vale anche qui quanto non mi stanco di ripetere: per la Chiesa, il linguaggio della natura (nel nostro caso: due sessi complementari tra loro e insieme ben distinti) è anche il linguaggio della morale (uomo e donna chiamati a destini egualmente nobili, entrambi eterni, ma insieme diversi). È in nome della natura – si sa che di questo concetto diffida invece la tradizione protestante e, al suo seguito, quella dell’illuminismo – che la Chiesa alza la voce contro la tentazione di precostituire le persone e il loro destino secondo meri progetti umani, di togliere loro l’individualità e, con questa, la dignità. Rispettare la biologia è rispettare Dio stesso, quindi salvaguardare le sue creature”.
(Joseph Ratzinger/Benedetto XVI – da “Rapporto sulla Fede”. Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger)