Il processo a Gesù ha varie sfaccettature e tanti sono gli studi degli esegeti fatti su questo passaggio.
L’evangelista Giovanni che abbiamo ascoltato nella lettura della passione di oggi, a differenza della passione della domenica delle Palme, è un evangelista diverso. L’apostolo Giovanni è l’unico che riporta più dettagli della Passione.
Il processo a Gesù, nel vangelo di Giovanni, ha una centralità che non è la morte bensì l’incoronazione.
Per chi avrà l’occasione, consiglio di leggere il libro del biblista Ignace de la Potterie: ”La passione di Gesù secondo san Giovanni”.
Quello di Gesù è un “processo farsa”. L’evangelista sottolinea, invece, come il popolo, anche quello pagano, riconosce in Gesù il vero re. Ecco perché la centralità è l’incoronazione di spine.
Tutto ormai era stato deciso su Gesù. Far morire Gesù, per i romani del tempo, non era un problema, anche perché non era un cittadino romano, al contrario poi del processo a san Paolo.
Per farvi capire questo aspetto della “farsa” vi riporto un paragone.
Ricordiamo tutti il martirio di san Massimiliano Kolbe nei campi di concentramento, quando lui scelse di prendere il posto di un’altra persona. Il miracolo è stato che i soldati tedeschi hanno accettato la sua proposta, quando invece avrebbe potuto benissimo dire: ”Invece di 10 adesso ne uccidiamo 11”.
Questo ci aiuta a comprendere un aspetto importante nel cammino della fede. Collegandoci all’omelia di prima ,al rapporto tra politica e religione. il non rispetto della libertà religiosa anche nei paesi occidentali, ostacola il cammino dell’annuncio.
Una persecuzione sottile diremmo, come bene aveva sintetizzato Benedetto XVI^ :”La dittatura del relativismo”.
Pilato offre alla “massa” il Cristo-Ecce Homo che verrà subito crocifisso e verrà rifiutato. Vorrei soffermarmi a riguardo, riportando un commento esegetico che mi ha colpito :”La scelta di Barabba.”
Pilato (il potere politico) ha fatto una proposta. Pensava che i credenti di Gesù avrebbero espresso la loro voce. Invece ha prevalso quello dei seguaci di Barabba. Il credente è stato in silenzio.
Questo ci insegna due cose:
1-La fede che non è manifestata e si chiude nell’individualismo. Come dicono alcuni ”la fede si porta nel cuore”, non è fede.
Leggiamo in san Matteo 10, 32-33:” Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.”
2-Il politico che pensa di annullare Dio, toglierlo dalla vita, rompere questo legame tra fede e cultura, deve fare ammenda che la “massa” non sceglierà sempre lui, ma un altro Barabba.