Pregarti, Signore… No, vorrei solo dormire, sotto il tuo sguardo.
Sarà meglio, questa sera.
Sapere esattamente di non pensare più, di non muovermi più.
Così, almeno mi arrenderò a te; non tenterò più di muovermi tra le tue mani, di muovermi senza posa come un fanciullo nervoso.
Le preoccupazioni sono troppo pesanti, questa sera, perché io le porti ancora.
E’ troppo tardi. Devo dormire.
Ci sarebbero ancora quelle lettere da scrivere… No. Domani.
Signore, insegnami a riposare.
Insegnami a lasciar le cose in sospeso, a non voler sistemare gli affari, prima di dormire.
Come se potessi sistemare tutto…
Insegnami ad accettare di essere stanco, senza dispetto, senza rancore, senza inveire contro questa natura assurda, che mi obbliga a dormire.
Insegnami a chiudere i miei fascicoli, senza dirmi che avrei dovuto nascere “martire del lavoro”, superuomo, o non so cosa meglio ancora.
Insegnami a “finire” una giornata. Altrimenti non saprò morire.
Perch‚ resterà ancora molto da fare, dopo di me…
Insegnami ad accettare… di non essere te…