venerdì, 22 Novembre 2024
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Papa Francesco: “Ora vi spiego perché ci si deve confessare”.


“Eh padre, io mi vergogno”. Papa Francesco – all’Udienza Generale di oggi – rivela quale sia l’atteggiamento di molti dei fedeli che nel suo lungo ministero sacerdotale ha potuto confessare. “Anche la vergogna – spiega ai circa 30 mila fedeli presenti in piazza San Pietro – è buona. E’ salutare avere un po’ di vergogna, perché vergognarsi è salutare”. In merito, nella sua catechesi Francesco ricorda: “quando una persona non ha vergogna nel mio paese diciamo che è un sin vergenza, un senza vergogna, ma la vergogna fa bene perché ci fa più umili”.
L’INVITO – “Vorrei domandarvi, – ha detto il Papa alla folla dell’udienza generale – ma non dirlo a voce alta, ognuno risponde nel suo cuore, ‘quando è stata l’ultima volta che ti sei confessato? Due giorni? Due settimane? Due anni? Venti anni? Quaranta anni? Ognuno faccia il conto – ha esortato papa Francesco -. Ognuno si dica, quando è stata l’ultima volta che mi sono confessato, e se è passato tanto tempo, non perdere un giorno”.
LA PROMESSA – Nel confessionale “Gesù è più buono dei preti: ti riceve con tanto amore – ha detto il pontefice -. Sii coraggioso e avanti con la confessione” è stato l’invito dell’odierna catechesi. “La riconciliazione – ha spiegato Francesco – è sacramento di guarigione. Quando io vado a confessarmi è per guarire l’anima o il cuore, di qualcosa che ho fatto che non sta bene. Il sacerdote riceve con amore e tenerezza questa confessione, e in nome di Dio perdona”.
‘IL FIGLIOL PRODIGO’ – “Ricordiamo – ha continuato il Pontefice – la bella parabola del figlio che se ne andata da casa sua con l’eredità e ha sprecato tutti soldi, poi quando non aveva più niente si è deciso a tornare a casa come servo. Tanta colpa e tanta vergogna aveva nel suo cuore, ma, sorpresa, quando inizia a parlare il padre lo abbraccia e fa festa. Io vi dico: ogni volta che ci confessiamo, Dio ci abbraccia, e fa festa, andiamo avanti su questa strada”.
MAI DA SOLI – “Uno può dire: ‘io mi confesso soltanto con Dio’. Sì, puoi dire: ‘Dio perdonami’ e dire i tuoi peccati, ma i nostri peccati sono anche contro i fratelli, contro la Chiesa, e per questo è necessario chiedere perdono alla Chiesa e ai fratelli nella persona del sacerdote”, ha scandito Francesco, che ha poi ricordato: “All’inizio la confessione si faceva pubblicamente, si è passati poi dalla forma pubblica a quella personale, risevata”.
‘CUORE PESANTE’ – “Spesso – ha quindi concluso il Papa – quando andiamo a confessarci abbiamo un peso nell’anima, un po’ di tristezza. Ma poi quando sentiamo il perdono di Gesù siamo in pace, con quella pace dell’alma tanto bella che soltanto Gesù può dare”. “Anche dal punto di vista umano – ha aggiunto il Santo Padre – per sfogarsi è buono parlare col fratello e dire al sacerdote queste cose che sono tanto pesanti nel mio cuore, e Dio sente che ci si sfoga davanti alla Chiesa. Non bisogna avere paura della confessione, uno quando è nella coda per confessarsi sente tutte queste cose, questa pesantezza, anche la vergogna, ma quando ha finito esce bello bianco perdonato, felice, e questo è il bello della confessione”.