giovedì, 21 Novembre 2024
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omelia XXI DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO B 2024 (ottava della Madonna della Pietra)


Oggi concludiamo la festa della Madonna della Pietra.
Si conclude con l’ottava proprio per dare un senso di continuità alla festa, e per non limitarsi così ai soli giorni intensi passati la settimana scorsa.
In un certo senso il vangelo di oggi ci aiuta a comprendere bene questo passaggio.
Gesù, dopo aver compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani, come abbiamo riflettuto in queste domeniche di fine luglio e agosto, fa un momento di verifica.
Scopre che non hanno compreso il suo messaggio che non è limitato al solo miracolo materiale, come già vi dicevo nell’ultima domenica di luglio, riportando il passaggio di un’opera teatrale di Rinaldo Fabris: ”Processo a Gesù”dove, in quest’opera che riportava le varie argomentazioni contro Gesù, uno degli attori riguardo al miracolo della moltiplicazione dei pani diceva così: ”Il miracolo è stato che la gente che era lì, ha condiviso il pane che aveva”. Io ho sempre pensato che (per paradosso) se anche fosse vero, questo non oscura il senso del miracolo, perché Gesù ci insegna e ci educa a guardare all’essenziale delle cose e l’essenziale è il Suo sacrificio per noi.
Il popolo ed anche tanti discepoli non comprendono queste parole:
”Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Ma ecco che c’è un passaggio che è veramente la sintesi di tutto l’annuncio del vangelo: ” Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Gesù non ha paura dei numeri, come bene mi insegnavano in alcuni incontri biblici: ”Nel vangelo non c’è mai la domanda “quanti siamo?”.
Gesù non ha paura dei numeri e tanto meno non cade nell’errore che per creare una simpatia nei suoi confronti, adegua il messaggio alla mentalità
del tempo (come si rischia,invece, di fare invece), oppure fa miracolo spettacolari per attirare l’attenzione.
La Sua provocazione è drammatica: ” Volete andarvene anche voi?”
Come a dire: ”Io rimango qui, sono questo, non un’altra cosa, non sono una moda, questo è il messaggio vero ed unico”.
Colpisce la risposta di san Pietro: ”Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Non dice “dove andremo” ma “da chi andremo”.
Si intuisce una cosa importante: ”Tu sei quello che noi abbiamo sempre cercato, ed anche se non comprendiamo pienamente, c’è un qualcosa che ci attira ed è la Tua persona”.
Il mistero della fede, non è credere perché ho trovato una risposta recisa, ma è un cammino dentro il Mistero stesso, che ogni giorno si apre a noi con quel senso che ci attare al vivere una ricerca di un senso alle cose e che Lui, Cristo, ci offre la Sua persona e la si vive in un determinato luogo e compagnia che è la Chiesa.
Non viviamo la festa solo perché è tradizione popolare.
Concludo con un comento del nostro Papa che fece all’angelus del 23 agosto 2015: ”Tutto quello che abbiamo nel mondo non sazia la nostra fame d’infinito. Abbiamo bisogno di Gesù, di stare con Lui, di nutrirci alla sua mensa, alle sue parole di vita eterna! Credere in Gesù significa fare di Lui il centro, il senso della nostra vita. Cristo non è un elemento accessorio: è il “pane vivo”, il nutrimento indispensabile.”