Il vangelo di questa domenica è il vangelo della missione, una pagina che ci invita a riflettere sul destino del nostro Battesimo.
Siamo chiamati ad essere profeti, cioè, ad essere missionari, a portare l’annuncio dell’incontro che ha cambiato la nostra vita.
Come abbiamo ascoltato dalla prima lettura:
” La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».
Da dove nasce il desiderio di portare l’annuncio? Dal nostro vivere con Cristo.
Questo vivere ed appartenere a Lui è la Grazia che coinvolge le nostre scelte.
Il giorno in cui preparavo l’omelia di oggi, era Pentecoste e in Nigeria, in quel giorno, in una chiesa vennero uccise più di 50 persone che erano andate a Messa.
Mi ha colpito uno scritto riguardo a quel momento drammatico.
Riporto un passaggio:
” Allora sì che lo Spirito è disceso su quella gente che, come Maria e gli apostoli, era radunata in preghiera in attesa del fuoco di Pentecoste. Ed è arrivato. Le loro gocce di sangue sono come lingue di fuoco che scaldano la terra per fecondarla di semi nuovi di fede. (Onofrio Farinola)
Questo il dono dei missionari, i martiri della nostra Chiesa che vivono e che hanno vissuto il dono di se stessi, per portare l’annuncio nuovo che ha cambiato e che cambia la nostra vita.
Quella “messe” come riporta il vangelo:
” Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi chi lavori nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada”.
Non tutti accoglieranno la buona novella. Non tutti apriranno le porte a Cristo.
Ma rimane sempre quella missione di essere Suoi, di non sentirsi mai abbandonati.
Isaia riporta un paragone che ci scalda il cuore:
” Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati”.
Questa consolazione ci porta ad uscire, a vivere quella Pentecoste nuova che si rinnova ogni volta che il nostro cuore è alla ricerca di Cristo.
Bussando porta per porta, si scopre anche la mano amica che ci accoglie:
” Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio».
Dio si manifesterà nella nostra missione con i miracoli.
Manifesterà la Sua presenza attraverso la nostra carità.
Dio non abbandona il suo popolo.
Don Zeno, durante la seconda guerra mondiale, quando tutti lo guardavano perché era prete e gli domandavano cosa facesse Dio, faceva notare la bellezza del creato e rispondeva:
”Dio fa il suo mestiere i fiori, i campi….
Le bombe le abbiamo fatto noi”.