Lasciati amare.
Questo è l’invito di questa santa notte di Natale.
Lasciati amare per ciò che sei.
La festa del Natale, il dono che Dio si è fatto carne, è un’ espressione d’amore unica in se’.
Lasciarsi amare: Questo chiede Dio.
Pensando alla grotta a Betlemme, questo momento intimo di una famiglia che accoglie il dono del Figlio e lo condivide con i pastori che accorrono lì, dopo aver dato ascolto all’annuncio dell’angelo, gli offrono quella compagnia che anche noi desideriamo vivere nella solitudine del nostro cuore.
La Madonna è lì che vive questa tenerezza della maternità e anche noi dovremmo riaccendere quella meraviglia della vita.
L’amore alla vita, perché il Natale ci fa gustare quel senso nuovo alla vita e ci fa uscire dalla povertà esistenziale.
C’è bisogno di un risveglio, come un vagito nella notte che ci ricorda chi siamo e dove andiamo.
Abbiamo dato per scontato una presenza che poi non abbiamo saputo riconoscere come tale.
“Se tu fossi stato con me t’avrei chiesto scusa oppure aiuto. Invece non c’eri; incredibile come gli altri manchino sempre nei momenti in cui se ne ha bisogno; passi giorni, mesi, anni interi con qualcuno a cui non hai da dir nulla e nel momento in cui hai da dirgli qualcosa, magari scusami, aiuto, lui non c’è e tu sei solo”. ORIANA FALLACI
Dio non è venuto nel mondo per riempire il vuoto della nostra solitudine. Dio si è fatto presenza perché vuole abitare con noi.
Dobbiamo vivere la domanda.
Pensiamo ad Andrea e a Giovanni che domandano a Gesù:”Maestro dove abiti?”. Cercano, cioè, una relazione con Lui. Chiedere dove abita significa voler entrare in rapporto.
Immaginate il presepe. Guadate i pastorelli che arrivano alla grotta, trovano la dimora di Dio ed entrano in relazione. Notate che quasi tutti vengono rappresentati sempre con un dono da offrire.
Qual è il nostro dono?
La carità, cioè, offrire se stessi.
“Un’ amicizia non vale tanto se c’è un vantaggio”.
Offriamo il cuore, la nostra persona, non il sentimento, ma un cuore che vuole essere amato.
“La paura mi fa indietreggiare. Con l’amore non soltanto vado avanti, ma volo”. (S.Teresa di Liseux)
Quando il cuore non tradisce?
Quando il nostro vivere non si abbandona alla noia?
Quando la nostra vita non la viviamo come un ripetersi di ore, giorni e tutto è scontato?
Quando l’amore diventa reale, quando non perderemo la meraviglia.
Cos’è il Cristianesimo se non questo avvenimento che ha fatto da spartiacque tra due ere: Avanti Cristo e Dopo Cristo.
È l’avvento della meraviglia. Cristo, amandoci, ci ha dato l’offerta dello stupore di essere.
Siamo sempre bambini. Come riprenderemo domani alla S. Messa, bambini che abbiamo bisogno di vivere lo sguardo del papà verso di noi per non sentirci soli.
“Dio è presente nel cuore di tutti, se non come presenza, almeno come nostalgia”.(Don Tonino Bello)
Colui che preferisce invece la solitudine è colui che ha paura di essere amato perché non vuole camminare.
Dio va oltre questa paura. Dio è carità e come tale si offre.
Guardate la Madonna: Lì nella gotta di Betlemme, offre il dono più caro ad una Madre, offre se stessa, offre Suo Figlio.