giovedì, 21 Novembre 2024
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OMELIA VENERDI’ SANTO ANNO A 2023


In questa santa celebrazione in cui riviviamo la passione di Cristo, voglio proporvi la meditazione sul dramma dei cristiani perseguitati, una persecuzione che oggi, più ce nei tempi passati, anche dalle prime persecuzioni di Diocleziano, sono sempre più frequenti.
Chi confida in Cristo, però, non teme.
I miei passi si sono tenuti saldi sui tuoi sentieri, i miei piedi non hanno vacillato. Io t’invoco, perché tu m’esaudisci, o Dio; inclina verso di me il tuo orecchio, ascolta le mie parole!”(Salmo 17,5-6)
I passi dei missionari che vivono in particolare tutta la loro vita per annunciare Cristo al mondo, in un mondo che sempre tenta di rifiutarlo, contrapponendo il bene-materiale di questo mondo al premio di Dio:
Perché il re confida nel Signore: Per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso. La tua mano raggiungerà ogni tuo nemico, la tua destra raggiungerà chiunque ti odia”.(Salmo 20,8-9)
La bellezza di appartenere a Dio, questa forza che fa sì che la nostra fede si ritrova di fronte il male, risponde ad esso con il bene, come ci insegnava Papa Benedetto XVI :”Di fronte al male, rispondi sempre col bene, anche se è poco”.
Come vivere questo dramma anche se nella stessa Chiesa-Parrocchia veniamo perseguitati, non compresi, quando, anche se si propone una pastorale di accoglienza, preferiamo chiuderci nei piccoli gruppi?
Anche il salmista vive questa preoccupazione: ”Sono insorti falsi testimoni”(Salmo 27,12)
In uno dei suoi messaggi, il nostro Papa Francesco riportava questa sua preoccupazione:”Mi sembra che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti”.
Penso alla giovinezza della fede, non solo a quella dell’età.
La paura del nuovo ci chiude.
Dio, invece, ci provoca a vivere il dono sempre nuovo dello Spirito Santo.
Cosa propone un missionario e, quindi, ogni educatore?
Il suo incontro con Cristo. Comunica la riscoperta della sua vocazione.
Già, riscoperta, perché siamo sempre in un continuo cambiamento.
Come diceva don Tonino Bello:”Se vuoi rimanere giovane, considera Cristo un tuo contemporaneo”.
Il martirio è un dono che solo nella fede in Dio ci si immerge per scoprire come il suo apostolato porterà frutto a suo tempo.
Il 6 febbraio si festeggia san Paolo Miki (missionario martire del Giappone) . Quel giorno riportavo questa meditazione letta dalla sua biografia:”Lui è morto nel 1500 e dopo 3 secoli, un giovane lesse la sua biografia ed inizio’ un cammino di conversione e divenne il più grande missionario dell’Africa. Era san Daniele Comboni… Dio semina e a suo tempo ci saranno i frutti”.
Perché vivere la fede fino al martirio?
“Venerdi santo. Gesù sulla croce prima di morire grida a Dio:”Perdona loro perché non sanno quello che fanno”. E dice a noi:”Vi ho amati fino a morirne”.(Enzo Banchi)
Questo amore vero ci fa essere cristiani anche nelle persecuzioni.
Come ritroviamo in sant’Agostino:”E’ la causa che fa i martiri, non la morte”.