Che cos’è la vita?
È un istante che trascina con sé l’istante precedente verso quello seguente.
È un susseguirsi di azioni, dal semplice battito di ali di un uccello ad un fiore che secca o a un frutto che matura per dare poi frutto. Da un seme che muore nasce poi una nuova vita.
In tutto questo movimento, ripeto la domanda: ”Cos’è la vita?”.
È un angelus che si ripete.
C’è quel richiamo al senso della vita che Dio pone di fronte a noi:”Eccomi sono la serva del Signore, avvenga in me, secondo la Tua parola”.
Eccomi: Vivere quella vocazione di ciò che siamo per essere uomini che hanno un “da fare”.
La vita è questo continuo passaggio, andata e ritorno, tra essere e fare o avere.
“Se nella terra scura, i semi possono trasformarsi in magnifiche rose, che cosa non può diventare il cuore umano nel lungo viaggio verso le stelle?” (Chesterton)
L’attesa apatica, invece, rende la vita solo un susseguirsi di ore o minuti che passano come un vento di estate nella notte. Nessuno assapora la brezza estiva.
Rischiamo di vivere una solitudine piena di tutto, ma vuota del senso del tutto.
“Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno in cui nulla accadrà”. (Cesare Pavese)
Mi piace pensare che secondo la tradizione popolare, la Madonna ha vissuto l’annunciazione all’alba. Quel nuovo giorno ha risvegliato l’intero universo.
Un giorno qualunque è diventato il “Giorno”.
Il cammino che intraprenderemo in questi giorni di festa, che cos’è se non l’immagine della fede?
Non sono passi ciò che facciamo nelle processioni. Quest’ultime sono manifestazioni esteriori della propria fede.
Se vivessimo in una nazione dove i cristiani sono perseguitati a causa della fede, capiremmo di più il senso della libertà religiosa che i nostri martiri hanno testimoniato con la loro vita, per noi.
A cosa porta, la pietà popolare se vissuta con vera devozione?
“Testimoniare la fede non è dare risposte già pronte, ma contagiare l’inquietudine della ricerca e la gioia dell’incontro”.
Viviamo la fede, coinvolgendo l’altro in questo cammino!
Quando ci sono le processioni, ripeto spesso questa battuta: “Chi vuole pregare e vivere la processione, passi avanti. Chi, invece, vuole fare altro, rimanga indietro”.
La massa sarà sempre come quella folla che al momento della salita al calvario, si metterà ai bordi della strada e starà lì a guardare.
Il cristiano non è un uomo che sta a guardare: Vive la strada. Fa suo l’insegnamento del Papa e non ripete solo a parola, la provocazione di essere “una Chiesa in uscita”.
Non è che ripetendo una cosa, poi ci si convince di essa.
Così può avvenire anche con le preghiere o il vivere la pietà popolare.
Il cuore fa sì che tutto diventi movimento verso l’altro.
“Adulta non è una fede che seguire le onde della moda e le ultime novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo”. (Benedetto XVI)