Alla fine della Messa, vi verrà consegnata un’immaginetta con una preghiera scritta dal sacerdote Michel Quoist, di cui ho letto alcune opere.
Mi ha colpito sin dall’inizio, perché riporta il tema della bellezza, un argomento che noi spesso tralasciamo o releghiamo solo ad alcuni momenti.
Vi riporto un passaggio:
” La vita è bella,
poiché sei Tu che ce l’hai ridata
quando l’avevamo perduta.
La vita è bella,
perché è la tua stessa Vita offerta per noi…
ma dobbiamo farla fiorire.
Come padri, mariti, uomini adulti, siamo chiamati a vivere fino in fondo la nostra vocazione.
Ve lo accennavo già in occasione della festa di san Giuseppe.
E’ compito del padre educare i figli. L’educazione non si svolge per delega né separati dall’altra parte.
Sì, è vero. Capisco che la vostra preoccupazione spesso è quella di riuscire ad arrivare a fine giornata portando quel giusto che possa servire per mantenere la famiglia. Si offre se stessi per il bene dell’altro, ma non dimentichiamo che esiste un dono più grande che è la bellezza della vita.
Quella bellezza ci fa riscoprire ogni giorno che c’è un senso in tutte le cose.
Quando si vive il dramma peggiore?
Quando, di fronte al dramma della sofferenza, ci si pone la domanda: ”Cosa faranno e come potranno fare ora se io non ci sarò?”
Non dobbiamo disperare pensando che Dio si dimentica dei nostri figli. Noi abbiamo piantato e coltivato un seme che ora nell’educazione che hanno ricevuto, diventa frutto. Questa è la bellezza della vita.
Nella preghiera troverete:”La sorgente d’ora in poi non si prosciugherà mai”.
Un sacrificio diventa sale per la vita stessa.
“Il coraggio apostolico è seminare. Seminare la Parola. Renderla a quel lui e a quella lei per i quali è data. Dare loro la bellezza del Vangelo, lo stupore dell’incontro con Gesù e lasciare che sia lo Spirito Santo a fare il resto”. (Papa Francesco)
Tutti voi sicuramente avete lavorato la terra. Quella bellezza e quella pazienza di affidare ad un Altro il lavoro delle vostre mani, è una bellezza perché è affidamento.
Come fate con le vostre mogli e con i vostri figli: Affidate a loro ciò che siete.
Non pretendete di raccogliere i frutti che voi vorreste. Pregate e chiedete che loro portino i frutti che Dio desidera.
Non abbandonate la terra alla cultura di questo mondo che isola sempre di più la famiglia. Abbiate sempre più il coraggio di dire “Si e No” anche quando tutto vi è contro.
Sapete che il bene dell’altro si conquista anche col sacrificio della dimenticanza.
Come scrive sempre Quoist:” Era Pasqua ieri,
ma è Pasqua anche oggi,
quando un bambino divide le sue caramelle,
dopo avere in segreto lottato
per non tenersele tutte lui”.