sabato, 19 Aprile 2025
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OMELIA PASQUA ANNO C 2025


Nel tempo di Natale, mi sono soffermato a riflettere sul ritornello del canto “Tu scendi dalle stelle” che fa così: ”Quanto ti costò l’avermi amato”.
Il mistero dell’incarnazione ha un senso proprio nel mistero della resurrezione, della redenzione.
Cristo si è fatto uomo affinché l’uomo vivesse la Grazia della salvezza.
L’amore di Dio è un dono, un sacrificio, un presente.
Questo donarsi, la Sua libertà di amare, come riporta la liturgia eucaristica II: “Egli consegnandosi volontariamente alla passione”, questa Sua offerta di se stesso, non è limitata alla passione della croce. Trova un senso in tutto, dall’incarnazione alla resurrezione.
Senza questo passaggio, il centro di tutto il messaggio evangelico, anche le feste Natale, tutti i Santi, Madonna ecc… non avrebbero un senso.
Cristo ha proclamato la liberazione dal peccato e il suo sacrificio è il “costo” come riporta il canto “Tu scendi dalle stelle”.
Un amore difficile da comprendere, perché la carità di Cristo non è limitata, come lo è quello del nostro quotidiano vivere legato sempre più ad una ricompensa o riconoscenza del nostro atto di solidarietà.
Cantava Fabrizio de Andrè:”Ma inumano è pur sempre l’amore di chi rantola senza rancore perdonando con l’ultima voce chi lo uccide fra le braccia di una croce”.
Il suo scendere negli inferi per poi riportare l’uomo alla salvezza:” Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù “ (Ebrei 13,20)
Questo sangue della nuova alleanza che viviamo nell’eucarestia è il nostro punto d’incontro con Cristo.
La Pasqua è la salvezza dell’uomo.
Lo dicevo a Natale e lo riporto oggi: ”La scienza (gli idoli di oggi) spiegano come vanno le cose ma non il perché, non danno la risposta al senso della realtà”.
Nella divinità di Cristo, la Sua resurrezione è il ponte alla vita eterna.
“Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità
salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia”. (salmo 103,3-4)
C’è questa Grazia che redime l’uomo dai suoi peccati.
“La misericordia divina è una grande luce di amore e di tenerezza, è la carezza di Dio sulle ferite dei nostri peccati”. (Papa Francesco 7-4-15)
Questa luce che nella santa notte di ieri, l’accensione del cero pasquale, questa luce che rischiara le tenebre della dissolutezza, apatia, depressione… dell’umanità.
La Pasqua è la liberazione, la redenzione che ti entra dentro e ti rinnova.
Questa Grazia, il dono dello Spirito Santo ci fa essere ciò che siamo, già dal sacramento del Battesimo.
Pensiamo poi al dono della Madonna.
Ricordiamo venerdì santo: ”Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!” (Gv 19,26)
Gesù nel suo amore ci offe e dona Maria, Madre della Chiesa, Madre dell’umanità.
In Lei riscopriamo la dolcezza della Sua tenerezza di mamma.
Lei che ha vissuto in pienezza l’amore del Figli.
Una pienezza che anche la madri di questo mondo, riscoprono ogni volta che posano lo sguardo sul proprio figlio.
Concluso con un pensiero di Dostojeskij dal libro dei fratelli Karamzov: ”Tutto ciò che partecipa della verità, della luce, è sempre pieno di misericordia”.