Pregare la Madonna è sempre un’utilità.
Rivolgiamo il nostro cuore a Lei perché certi di essere ascoltati.
Spesso riportiamo la frase di Dante Alighieri
“Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali.- Donna, sei così grande e hai così grande valore che, se uno vuole una grazia e non ricorre alla tua intercessione, è come se il suo desiderio volesse volare senza le ali”.
Ma cos’è veramente l’utilità?
Riguardo a questo termine in rapporto con la nostra fede, mi colpiva una lezione dell’allora card. Ratzinger:
“L’uomo non ha bisogno soltanto di ciò che è utile, ma anche di ciò che è bello; non solo di una propria casa, ma anche della vicinanza di Dio e dei segni che l’attestano. Là dove Dio viene onorato, anche il nostro cuore è rischiarato…”.
La preghiera è questa ricerca di Dio di un senso delle cose, affinché il mondo non diventi una sola utilità materiale.
“Non dobbiamo però dimenticare che egli (Gesù) vive ancora in stalle, nelle prigioni e nelle favelas e che noi non lo onoriamo davvero, se ci rifiutiamo di andarlo a cercare in quei luoghi. Ma questa consapevolezza non deve obbligarci a finire tra le braccia della “dittatura dell’utile”, che disprezzi la gioia e dogmatizzi una serietà opprimente..” Ibidem
Rischiamo di vivere l’utilità del fare che non coinvolge la nostra fede che è soprattutto il vivere la bellezza del dare, di un dare che nasce da un incontro.
Vediamo in Maria questa vera carità non limitata ad un dare, cioè, ad un essere risposta ad una nostra supplica, ma una presenza tale che ci fa riconoscere Cristo nel volto dell’altro. Il tutto non si risolve in una busta della spesa, ma nel volto di ogni uomo che vuole vivere con noi la compagnia di un cammino nella fede.
Essere pellegrini nella fede, come lo si vive spesso in queste occasioni di feste patronali. Un cammino di penitenza e di preghiera.
Non ricerchiamo lontano ciò che invece abbiamo vicino.
Dobbiamo fare un cammino verso se stessi.
Bello quello che sant’Agostino diceva di se stesso quando ha riscoperto il dono della conversione:
”Tardi ti ho amato.
Tu eri dentro di me, e io fuori.
E là ti cercavo.
Deforme, mi gettavo
sulle belle forme delle tue creature.
Nella Madonna noi viviamo ciò che siamo.
La fragilità che ha bisogno della Grazia fa sì che ogni nostra ricerca del senso ritrovi quella comunione per far diventare corpo tutto ciò che è disperso in noi e fuori di noi.
Diremmo che ”Abbiamo bisogno di raccogliere i pezzi”.
Abbiamo mai pensato o immaginato la bellezza di Maria nella normalità del nostro fare quotidiano, quella bellezza che non sappiamo riconoscere perché è quotidiana?
La bellezza di Maria, la sua utilità, essendo quotidiana, passa accanto a noi come un sospiro.
Vi racconto questa breve storia che ci può aiutare a capire.
La raccoglitrice di vetri sulla spiaggia
Anthony De Mello
Una famiglia di cinque persone si stava godendo una giornata sulla spiaggia. I bambini facevano il bagno nell’oceano e costruivano castelli di sabbia, quando comparve in lontananza una vecchina. I capelli grigi le volavano con il vento e gli abiti erano sporchi e stracciati. Mormorava qualcosa fra sé e sé e intanto raccoglieva oggetti nella sabbia e li metteva in un sacco.
I genitori chiamarono i bambini vicino a sé e raccomandarono loro di stare lontani dalla vecchietta. Quando passò accanto a loro, curvandosi di tanto in tanto per raccogliere roba, ella sorrise alla famiglia. Ma essi non ricambiarono il suo saluto.
Molte settimane dopo vennero a sapere che la vecchina da sempre si era assunta il compito di raccogliere pezzetti di vetro sulla spiaggia per evitare ai bambini di ferirsi i piedi ”.