Esiste un dono che è bellezza infinita:Il dono della misericordia di Dio.
Il segno delle Sacre Ceneri è questa offerta di umiltà che noi viviamo di fronte a Dio nel chiedere perdono e nel vivere la misericordia del Suo amore.
Nelle domeniche di Quaresima e nella catechesi biblica mediteremo l’ anno del vangelo di Luca che riporta le parabole della misericordia e l’incontro della peccatrice perdonata con Gesù.
Perché questa misericordia è un dono?
Perché l’uomo avverte il bisogno di sentirsi pienamente amato, il bisogno di quell’amore unico che va al di là del solo essere perdonato. Egli vuole essere accolto.
Mi colpisce sempre di più quello che diceva Benedetto XVI spiegando la parabola del Padre Misericordioso con parole simili:”Noi pensiamo che la parte più difficile sia perdonare, ma anche accogliere il perdono è difficile, perché significa che devi cambiare”.
Viviamo spesso questa lontananza da Dio perché abbiamo il timore di essere amati e quando si è amati, l’uomo reagisce o col rifiuto o con l’accoglienza di essere se stesso e di porsi in libertà di fronte a Dio: La libertà di amarsi.
Tanti di noi ricorderanno il film:”Continuavano a chiamarlo Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill.C’è una scena curiosa, dove il figlio più piccolo torna a casa tutto sporco e la madre gli prepara il bagno e gli dice:”Fai pace col sapone, figliolo”.
Bisogna fare pace con se stessi, perché Dio ci vuole nuovi e ci invita ad un cammino vero di fede, una fede vissuta in particolare nel sacramento della Confessione.
Papa Francesco ce lo ricorda:”La Quaresima è il tempo del rinnovamento interiore, della remissione dei peccati, il tempo in cui siamo chiamati a riscoprire il Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione che ci fa passare dalle tenebre del peccato alla luce della grazia e dell’amicizia con Gesù. Non bisogna dimenticare la grande forza che questo Sacramento ha per la vita cristiana: Esso ci fa crescere nell’unione con Dio, ci fa riacquistare la gioia perduta e sperimentare la consolazione di sentirci personalmente accolti dall’abbraccio misericordioso di Dio”.
Quanto amiamo Dio?
Un giorno di dicembre, subito dopo la festa dell’Immacolata, stavo preparando l’omelia di oggi. Era un giorno di vento e pioggia e dalla finestra notavo un uccello che cercava di volare contro la pioggia e che, nonostante i suoi sforzi, tornava sempre indietro.
Facevo questa riflessione. Spesso la vita è combattere contro un muro avverso di tante tentazioni e lotte, ma in noi c’è una forza che cerca di andare oltre a tutto questo. Cosa sostiene questa forza?Cosa ci porta a non abbatterci o a cadere nell’apatia?
“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».(vangelo Matteo)
Dio ci offre un ristoro.Ci offre quella pace vera che solo nella Sua eterna misericordia possiamo riscoprire.
Non è un padre del mondo che perdona i suoi figli e sta attento a ricordarci ogni giorno di non sbagliare.
È un Padre vero che ti accoglie per ciò che sei, ti sorregge, ti ama e ti riporta a camminare di nuovo.
Affidiamo alla Madonna le nostre preghiere, perché in Lei, sotto il suo manto, riscopriamo la maternità.
“Ma come potresti tu, Maria, ricusare di soccorrere i miseri, poiché sei la regina della misericordia? E chi mai sono i sudditi della misericordia, se non i miseri? Tu sei la regina della misericordia e io, essendo il peccatore più misero di tutti, sono il più grande dei tuoi sudditi. (San Bernardo di Chiaravalle)