Del matrimonio c’è un aspetto di cui si parla poco o, peggio, lo si dà per scontato: L’aspetto della gioia di essere in comunione l’uno con l’altro.
Nel matrimonio viviamo la grazia di essere adulti. Da adolescenti avevamo sempre quel timore di rientrare a casa perché, vuoi o non vuoi, qualcosa avevamo combinato. Da adulti, il rientro in famiglia dopo una giornata di lavoro e il vivere così la gioia della vita che Dio offre nella famiglia, ci aiuta a dare un senso al nostro fare e ad essere così una compagnia che si cerca, sempre in movimento verso l’altro che ci completa. La gioia di essere stati scelti da Dio, questo vivere il comune destino e la vocazione di vivere, ci aiuterà ad intraprendere un passo dopo l’altro.
Don Carron sulla fiducia scriveva :”Chi ha potuto capire che di Gesù bisognava aver fiducia? Le persone che lo hanno seguito e che sono state con Lui, non la folla che andava per farsi guarire,ma non impegnava se stessa in un coinvolgimento totale”.
L’amore coniugale deve avere come principio questo coinvolgimento totale: Non ti amo, perché mi “fai il miracolo” che sia lavoro, oppure accudire casa o figli ecc… ti amo perché sei tu. Oppure potremmo dire :”E’ meraviglioso che tu esisti”.
“Una metà di me è vostra, l’altra metà è ancor essa vostra. Vorrei poterla dir mia. Ma se è mia, ne consegue che è vostra. E così è tutto vostro! “
(Il mercante di Venezia)
Appartenere all’altro non è solo una dichiarazione del proprio affetto, ma viverlo.
Come vivere tutto questo se non avessimo la Grazia che oggi riceviamo nel dono del sacramento del matrimonio?
Questo dono diventa poi anche per la comunità un segno che fa fiorire in primavera tutto ciò che verrà. Siamo costruttori di ponti, cioè, siamo protagonisti di un qualcosa che non solo ci appartiene ma che condividiamo con l’altro!
La gioia del matrimonio è questa tensione che noi abbiamo ogni giorno verso chi condivide con noi il comune destino.
Ciò che dobbiamo chiedere al Signore è la Grazia che ci sia sempre questa “tensione” non nel senso di fare cose nuove o cercare chissà cosa, ma saper riconoscere nell’ordinario che stare insieme è straordinario.
Sapete quale è la cosa più bella che si dicono due innamorati?
“Chi pensava mai che ci saremmo sposati!”. Non abbiamo dato per scontato il nostro amore, ma lo abbiamo custodito e coltivato ed ora siamo di fronte all’altare di Dio affinché Lui lo consacri. Tutto ciò che verrà è il dono di stare insieme. Il resto è nulla perché nella compagnia di amarsi, tutto sarà diverso, non più semplice, ma dando un senso alle cose, tutto avrà una meta. Mi piace ripetere:”Anche un deserto è una strada se ha una meta”.