Non è difficile fare il matrimonio, ma sposarsi non tanto per preparare la festa, ma per far sì che ogni giorno della vostra vita sia una festa,
quella festa che è segno della gioia di condividere ogni giorno il dono della persona che Dio ti ha posto accanto, quel dono da vivere, dall’essere protagonisti.
Siamo stati scelti da Dio e siamo protagonisti della nostra storia, quando rispondiamo a Dio, quando viviamo, cioè, la nostra vocazione. Dio è sempre presente nella nostra storia. Anche nei momenti drammatici l’uomo è sempre preceduto dalla misericordia di Dio.
Oggi avremmo voluto avere con noi il papà Mario. E’ nello sguardo della resurrezione che noi crediamo nella gioia di oggi.
Ripeto “preceduto” . Questo termine significa tutto ciò che è Dio.
La misericordia che anche gli sposi devono vivere, non è solo il perdonare ma, soprattutto, l’accogliere l’altro.
È riconoscere la sua presenza che noi dobbiamo invocare nella nostra preghiera, quella presenza che ci accompagna e che ci guida in ciò che per l’uomo è il momento più drammatico e che imparerete con l’esperienza:”Cosa fare?”
E’ la domanda che ci poniamo ogni giorno.
Così come sorge il sole, sorge anche questa domanda. La risposta la troviamo nel Vangelo:”Dio ha visitato il suo popolo”. Cristo è certezza e anche tenerezza non nel senso sentimentale ma vero e carnale.
“Le difficoltà e le tentazioni sono tante, è la grazia del Padre che ci aiuta a superarle, la nostra forza e far sì che non uniamo due beni per farne un male, come l’albero che tremò di fronte al ferro, perché aveva paura di essere tagliato è il ferro rispose:”Non c’è nulla da temere, basta che nessuno di voi si presti a far da manico”.
Come vivere il matrimonio? Tanti sarebbero i consigli, ma tutti si riducono sempre ad uno solo: Viverlo con carità e carità è donarsi. La vera traduzione della parola amore, nel senso più pieno .
Come diceva Margarete Seemann:”Prendere riempie le mani, dare riempie il cuore”.