La bellezza della fede è avere una meta, avere uno sguardo verso cui rivolgere la nostra persona, affidarsi a Colei che per noi è una certezza.
Immaginando per un attimo il volto di Maria Addolorata sotto la croce, mi veniva in mente questa espressione: ”Un dolore muto”, quel dolore che hanno tutte le madri nel momento della morte di un figlio/a.
E’ un dolore che ha non più lacrime, un dolore che non ha con sé alcuna speranza, quella stessa speranza che vorrebbero vivere gli uomini che sono soli e che rimangono a fissare un piatto su una tavola bandita di tutto, ma dove manca una presenza con cui condividere.
Il dolore di portare con te una malattia o una sofferenza che cerca di ingannarti, ma dentro te stesso sai che non puoi rimandare.
Come abbiamo meditato in più occasioni, vi riporto una parte del monologo dell’opera teatrale “Il visitatore”:
” Quando un ragazzino, in una sera di incertezza -come tante ce ne sono alla sua età -domanderà “Ditemi, per favore, qual è il senso della vita!. ..” nessuno potrà rispondere, Freud. Questo sarà il risultato: voi, i grandi di questo secolo, spiegherete l’uomo con l’uomo e la vita con la vita, ma che cosa sarà l’uomo? Sarà un pazzo, un pazzo sprangato dentro a una cella, che gioca una partita a scacchi tra il proprio inconscio e la propria coscienza. Dopo di te l’umanità sarà definitivamente sola, nella sua prigione”.
Nella madonna, nel suo sguardo, io cerco questo senso della vita.
Nonostante tutto sembra affievolirsi, in Lei io cerco quella certezza di un fiore che, anche se semplice, ha in sé la potenza della primavera che verrà.
Nei momenti in cui la nostra anima vive il dramma di essere figli, vive, cioè, quel dramma di sapere che c’è il bisogno di una maternità che ci accompagni in questo cammino, voglio riportare al cuore questo testo che mi piacerebbe imparare a memoria.
“ È mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare.
Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare.
Non ho niente da offrire e niente da domandare.
Vengo solamente, Madre, a vederti.
Vederti, piangere di felicità, sapere questo:
che sono tuo figlio e Tu sei qui.
Solamente per un momento mentre tutto si ferma.
Mezzogiorno! Stare con Te, Maria, in questo luogo dove Tu stai.
Non dire niente, guardare il Tuo viso,
Lasciare cantare il cuore nel linguaggio che gli è proprio”.
(Paul Claudel)
È bello poter dire a noi stessi:”Vengo solo a vederti”.
La semplicità della fede è porre il mio sguardo verso Colei che mi guida anche e soprattutto, lungo il cammino della sofferenza.
Si ama se stessi, se si riscopre un amore che si custodisce.
Maria, come Madre, è amante di te, di tutto ciò che sei.
Come ogni madre non chiede nulla in cambio.
Non è un offrire per un perché.
E’ il senso di essere famiglia.