omelia IV DOMENICA DI PASQUA – ANNO A 2023 (Giornata vocazioni)
Oggi celebriamo la giornata di preghiera per le vocazioni, la 60^ precisamente.
Come Comunità è un’occasione non solo per pregare per le vocazioni ma anche per riprendere in noi adulti quel senso di genitorialità che ci lega alla vocazione dei nostri figli.
Venerdì santo, al 3° momento, abbiamo riflettuto sulla chiamata della Madonna Addolorata, Maria, donna della libertà, di quella libertà di essere madre, di condividere e di accogliere la vocazione del Figlio.
Chi è Cristo?
Belle le similitudini riportate nell’antico testamento, nei salmi in particolare e nel vangelo che abbiamo ascoltato oggi. Significativo il paragone del buon pastore:”In verità, in verità io vi dico: Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”.
Entrare in Cristo, vivere quella libertà di appartenere a Lui!
Come si può parlare di libertà e appartenenza nello stesso tempo?
Vi riporto questa similitudine:”Come posso vivere la libertà di essere genitore, se poi non posso fare tante cose, perché i miei figli vogliono e richiedono altro?”
Perché c’è un amore più grande per l’altro che mi fa capire che la mia rinuncia è un bene e non un limite.
Se io lavoro perché l’altro guadagni e basta, allora è un peso. Se io invece lavoro e tutto ciò che vivo è un costruire con l’altro e per l’altro, allora ha un senso anche la fatica.
Dalla 2^ lettura abbiamo ascoltato:”Carissimi, se facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio”.
Amare l’altro e invitare l’altro a seguire il cammino che Dio gli propone!
Molte sarebbero la vocazioni alla vita consacrata se la famiglia vivesse questo dono.
Abbiamo il timore di andare oltre, oppure peggio, come vi dicevo venerdì santo quando, di fronte alla scelta di seguire Dio, alcuni dicono:”Che disgrazia”.
Anni fa, un papà, facendo visita alla figlia che era suora di clausura, vedendola dietro le grate diceva:”Mi sembra una prigioniera”. Dopo alcuni anni di riflessione (La vocazione è una comunione nella famiglia, non è solo una scelta personale), andando poi a visitarla dirà:”Ho capito poi che in realtà il vero prigioniero ero io, perché legato a questo mondo, come se fosse la vera ed unica salvezza”.
Dio nella vocazione alla vita consacrata, ha offerto a noi che lo abbiamo seguito e a chi lo seguirà, il dono più bello ed è la gioia di appartenere tutto a Lui. Quand’anche tutto mi apparirà buio, ripeterò con il salmista:” Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”.
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