XXVII DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO B 2021 (inizio anno pastorale)
Con oggi inizia l’anno pastorale a mezzogiorno lo faremo con la preghiera alla Supplica alla Madonna di Pompei e in particolare oggi, festeggiamo un grande dono, “Nuccia Tolomeo e Mariantonia Samà” saranno le prime beate della nostra arcidiocesi.
Già dall’inizio di settembre trovate nel nostro espositore le biografie di queste due beate.
Cosa ci insegnano i santi?
Ci riportano il messaggio centrale dell’annuncio del Vangelo. Il catechismo, le messe e altre incontri o programmi, non si fanno per fare “qualcosa”, ma hanno sempre quell’obiettivo finale, la salvezza in Dio.
“L’unica tristezza è di non essere santi”(Bloy)
I santi questo c’è lo insegnano con la loro vita.
L’obbedienza a chi hai incontrato, a Colui che è vita.
Un’obbedienza vissuta nella loro vocazione.
Segui Dio, non segui l’uomo. E lo segui per ciò che sei, non nella potenzialità che il mondo ti dice cosa puoi fare o meno, potremmo dire che si è sempre giovani. Don Tonino Bello scriveva”Se vuoi rinnovare la tua giovinezza, considera Gesù Cristo tuo contemporaneo”.
Mi ha colpito della testimonianza di queste due beate, che la loro vita è stata vissuta in un letto.
Entrambe erano disabili.
Non hanno vissuto una vita del “fare” come tanti altri, missionari o volontari in Africa o altri posti, ma dal loro semplice letto, da un “buco” di stanza come lo era quella dove ha vissuto Mariantonia Samà a S.Andrea apostolo. Non erano catechiste, non facevano oratorio o altro, erano donne di preghiera.
Eppure una luce splende anche nel buio.
Il vero inizio, non è la data dell’anno, civile o pastorale, il vero inizio che si rinnova sempre, è l’incontro con Cristo.
Mi piace ripetere quello che diceva Benedetto XVI:”Finché viviamo nell’egoismo, siamo quelli che ancora oggi vivono prima di Cristo”.
La sua venuta è un incontro nuovo che nel cammino pastorale sperimentiamo, e con l’intercessione dei santi, nella loro testimonianza, viviamo con quella dolcezza unica del comprendere e anche conoscere la nostra vocazione, il nostro destino, che rimane sempre l’invito al lasciarsi amare da Dio.
Cosa veramente rende totale il nostro fare, cioè fa si che ogni gesto, che sia anche il rosario che le nostre beate pregavano ogni giorno, non sia un ripeter Ave Marie, ed invece è quella consapevolezza che siamo in cammino.
Potrei cercare di riassumere il tutto, con un’espressione di Andrè Manaranche:”Cristo è la risposta totale di Dio alla domanda totale dell’uomo”.
Il cammino, quindi il tutto, dal catechismo al pulire a Chiesa… ha l’obiettivo di risvegliare soprattutto nei giovani, la domanda. I santi ci offrono la risposta, l’incontro con Cristo.