La bellezza della festa di oggi, del Giovedì santo, è unica.
Siamo qui riuniti per celebrare l’istituzione dell’Eucarestia.
È un dono di amore che Cristo offre a noi.
Avete presente quando diamo qualcosa ad un altro e lo facciamo male, del tipo “lo lanciamo” come si fa quando si dà qualcosa agli animali e loro si radunano solo perché hanno fame?
Dio, invece, è carità. Egli condivide la nostra fame.
Il segno della lavanda di piedi, è un amore che si china verso di noi.
Gesù compie questo gesto,prima della eucarestia, come se ci preparasse al vivere la pienezza del servizio che Lui completerà nella eucarestia.
Il viatico di Cristo è un dono che ci trasforma dentro solo se riusciamo ad uscire fuori dalla “formalità” che abbiamo dato al sacramento.
Il Card. Martini così spiegava l’Eucarestia:”L’Eucarestia è il kérygma in azione, è la presenza viva nel cuore della Chiesa, nel cuore della vita cristiana, di quella sublime parabola dell’amore di Dio per l’uomo che è Cristo crocifisso mentre versa acqua e sangue dal costato trafitto”.
Solo partendo dall’Eucarestia noi possiamo fare, cioè, vivere la carità.
“Nell’Eucarestia c’è il cuore della Chiesa, il baricentro del mondo, della storia, il passaggio all’eterno “. (David Maria Turoldo)
Nella cena con il Signore noi diveniamo Suoi.
Questa unione è sacramentale e non sentimentale . Alcuni, invece, dicono :”Ho fatto la Comunione perché me lo sentivo… come avviene sempre ai funerali o, peggio, per farsi la foto ai matrimoni o alle prime Comunioni”. Questa unione che noi abbiamo con Cristo ci porta ad uscire e a vivere l’annuncio della fede.
Dall’Eucarestia inizia tutto il resto.
L’invito di Cristo”Fate questo in memoria di me”, è un invito vero e vocazionale a vivere con Lui la festa del banchetto.
Partecipando alla sua cena, noi riceviamo la Grazia per vivere al fede, al fare memoria del Suo amore.
“E’ lo Spirito che ci fa fare la strada della memoria vivente della Chiesa. E questo chiede da noi una risposta: più la nostra risposta è generosa, più le parole di Gesù diventano in noi vita, diventano atteggiamenti, scelte, gesti, testimonianza. In sostanza lo Spirito ci ricorda il comandamento dell’amore, e ci chiama a viverlo.”(Papa Francesco)
Lo abbiamo meditato nella catechesi biblica della Quaresima. L’invito al banchetto di Dio è anche esigente.
Chiede la tua libertà ed esige totalità e distacco dal mondo.
Perché questa richiesta?
Quando si ama, si offre il sacrificio di se stessi.
Una Comunità si costruisce nel sacrificio di lasciare spazio al carisma dello Spirito Santo e a vivere l’accoglienza dell’altro.
“Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa. Egli dà la vita, suscita i differenti carismi che arricchiscono il popolo di Dio e, soprattutto, crea l’unità tra i credenti: di molti fa un corpo solo, il corpo di Cristo. Tutta la vita e la missione della Chiesa dipendono dallo Spirito Santo; Lui realizza ogni cosa.” (Papa Francesco)
Se continueremo a vivere la pastorale dei pochi, rimarremo una Parrocchia chiusa.
Quando si ha il timore di confrontarsi è perché non abbiamo l’autorevolezza del messaggio che annunciamo.
“Nella vita incontri persone che fanno numero e persone che fanno la differenza”.(Anonimo)
Noi dobbiamo essere quelle persone che l’altro incontra e che vede in noi la differenza.
Solo lasciandoci amare da Cristo, diveniamo testimoni di carità.
Se viviamo in questa Comunità parrocchiale, una Chiesa specifica, è perché abbiamo un destino-vocazione comune. A differenza della Parrocchie della grandi città, abbiamo il dono di essere disponibili all’incontro con il singolo, come diceva un ex terrorista convertito.
Il Card. Martini raccontava:”Noi (il terrorista) abbiamo vissuto il sogno folle di un ideale, ignorando il singolo… poi vendendo l’attenzione del volontariato cristiano verso il singolo, ho scoperto l’esistenza e il valore della persona singola come tale”.
Vivere l’Eucarestia nella certezza del Suo Spirito, la Sua Grazia, ci conduce alla carità dell’incontro con l’altro.
“La misura dell’amore di Dio è amare senza misura. E la nostra vita, con l’amore di Gesù, ricevendo l’Eucarestia, si fa dono”.(Papa Francesco)