Nella nostra pietà popolare, la festa dei santi Cosma e Damiano sono tra i santi che vengono più venerati.
Una festa che ci coinvolge in particolar modo per i tanti secoli che la precedono e, soprattutto, per l’invocazione e l’ intercessione per la cura del corpo.
Penso ad esempio alla differenza della devozione alla Madonna, alla differenza della presenza di persone alle feste nelle parrocchie, tra il 13 maggio (Madonna di Fatima) e l’11 febbraio (Madonna di Lourdes, festa dell’ammalato)
L’uomo ha sì tanti bisogni, ma su tutte prevale sempre quella della salute.
Lo diciamo spesso per consolare e consolarci: ”L’importante è la salute”.
Ma cosa, invece, è veramente, necessario e non importante?
Ricordiamo il vangelo di domenica 15 settembre: ”Chi sono io per voi?”
È la risposta che diamo a questa domanda, la necessità primaria alla nostra vita. Necessità e non importanza.
I santi martiri hanno dato la propria vita come risposta a questa domanda.
“Dio, questa giornata è per te, questa giornata ha uno scopo ultimo che sei Tu. Cristo, Tu sei lo scopo ultimo della fatica e del gusto che avrà questa giornata.” (Luigi Giussani)
Solo partendo da questo possiamo riscoprire che il tutto nella nostra vita ha un senso, anche la stessa sofferenza.
L’offrire e l’offrirsi in questo, non allevia il dolore, ma da’ un senso.
“La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio ”. (Papa Francesco)
La sera della festa della madonna Addolorata, vi riportavo questa provocazione: ”Pensiamo a quando abbiamo di fronte un adulto ammalato, ci occupiamo di lui, facciamo tanto e forse in fin dei conti ci sentiamo gratificati come figli. Ma pensiamo invece al dolore di un innocente, di un bambino che non può dirci dove gli fa male e noi adulti , di fronte a tutto ciò, ci sentiamo impotenti, ci sentiamo un nulla, ci sentiamo abbandonati”.
Cosa rende grande un uomo?
Perché fa questo o quest’altro oppure ha lasciato chissà che ricordo nella storia?
Immaginate per un attimo l’essere genitore ed anche l’essere figlio.
Cosa ha reso grande il tuo destino, cosa veramente ti fa riscoprire che c’è un senso che non viene da te, perché anche un ateo secondo me, riscopre che c’è un momento nella vita che è un dono fuori da te, dalle tue forze.
Per un attimo, immaginate il momento in cui l’avete fatta o l’abbiamo ricevuta, la dolce ninna nanna.
Questo è Dio, una consolazione non paternalistica ma di tenerezza.
“Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e terra.”(salmo)
I santi ci hanno educato che c’è una certezza ed è quella risposta di san Pietro a Gesù: ”Tu sei il Cristo”.