La devozione ai nostri santi Medici è legata, in modo particolare, alla supplica che noi facciamo nel chiedere la grazia del miracolo.
Lo vediamo dai tanti segni che noi offriamo in questa occasione.
Il segno di carità va alla ricerca di una risposta ad un bisogno intimo.
C’è una sofferenza diversa dalle altre, una sofferenza più forte quando, di fronte alla morte che avvertiamo vicina, avvertiamo la paura di non poter più essere o fare.
In queste occasioni, mi capita spesso di riflettere su un passo di Don Tonino Bello, il vescovo che, ammalato anche lui di tumore, prima di morire scrisse un bellissimo il libro:”Cirenei della gioia”.
Vi riporto uno dei passi più conosciuti:
“Coraggio, fratello che soffri.
C’è anche per te una deposizione dalla croce.
C’è anche per te una pietà sovrumana.
Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua…
Coraggio.
Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio.
Tra poco, il buio cederà il posto alla luce,
la terra riacquisterà i suoi colori
e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga”.
Una speranza guarda oltre. Quella speranza che riporta al nostro cuore la certezza della sua Presenza.
Rapportiamoci con i santi martiri, come lo erano Cosma e Damiano!.
Solo così possiamo comprendere il dono di offrirsi a Dio, fino alla morte di se stessi, se non ci fosse questa certezza della resurrezione.
Dio ci offre il dono del vivere questo cammino. La fede non è un miraggio nella resurrezione, non è un’utopia, non è un ripiego a ciò che non si può comprendere.
È certezza d’amore.
Solo in questa certezza viviamo la carità dell’incontro con l’uomo che soffre.
TENZIN GYATSO “Il vero amore non si basa sull’attaccamento, ma sull’altruismo. E la compassione sarà la vostra risposta umana alla sofferenza, finché vi saranno esseri che continuano a soffrire”.
Come carità, viviamo un altruismo. Viviamo non uno stare, ma un condividere.
I santi Medici hanno condiviso, innanzitutto, la sofferenza dell’altro, Hanno testimoniato un amore che è Avvenimento che viene da un Altro. Non hanno curato il corpo, così come Gesù non offre il miracolo perché tu possa continuare a camminare, ma perché tu possa vivere.
Il senso nuovo della vita è ciò che offre la carità di Cristo.
La sofferenza, così, è un cammino che avviene nella Grazia di Dio.
Dire e vivere ciò. Solo la fede può sostenere i nostri passi.
Siamo uomini che amano la vita. Se non avvenisse questo nella nostra vita, saremmo come sopravvissuti al reale.
Offriamo nostri patroni la nostra croce perché ci sostengano nei nostri passi!
Come Gesù, possiamo riconoscere tra i tanti volti che incontriamo, quello di Maria Sua e Nostra Madre, perché quando c’è Lei, allora ogni nostro passo procede sicuro in avanti.