Il sei dicembre abbiamo festeggiato san Nicola, vissuto nel 300.
Oggi festeggiamo santa Lucia, anche lei vissuta nel 300,tempo in cui la Chiesa era perseguitata. Entrambi vivevano in due nazioni diverse.
La Chiesa, allora, era diffusa in tutto il Mediterraneo.
Era il periodo più buio della persecuzione cristiana. Oggi stiamo rivivendo quel periodo. Ogni anno aumentano sempre di più i cristiani perseguitati.
La libertà religiosa che dovrebbe essere un diritto non negoziabile, non è garantita a tutti, soprattutto ai cristiani.
I santi martiri di allora come di oggi, ci insegnano che l’amore per lo sposo, Cristo, è un amore che travolge e trasforma ma che, soprattutto, non ha amanti e non scende a compromessi.
Leggendo la biografia di santa Lucia, io mi vergogno a pensare che non ho neanche un decimo della sua fede.
Noi siamo tranquilli e pensiamo che vivere la fede si traduce in qualche atto di devozionalismo.
Il martirio ci insegna che nella fede non si scende a compromessi.
Santa Lucia rifiutò tutte le proposte pur di non abiurare la sua fede in Cristo.
Perché?
Perché come le vergini sagge della parabola del vangelo, ha atteso lo sposo, anche se tardava a venire.
Ha atteso con la lampada accesa della fede ed anche se non aveva la vista, ha saputo vedere ciò che era più vero ed essenziale per la sua vita.
Non ha perso la speranza.
Viviamo la fede perché desideriamo cambiare in meglio questo mondo.
“Chi spera in Cristo non può accettare la realtà come si presenta”. (Moltmann)
Siamo protagonisti di questo mondo per chi verrà dopo. Noi viviamo del dono della democrazia per tanti perseguitati a causa della giustizia prima di noi.
La lotta per la libertà, anche della donna stessa, i santi martiri come Lucia, Agnese, Cecilia ecc.. ce l’hanno insegnato.
Alimentiamo questo fuoco dello Spirito Santo che si è acceso nella nostra terra meridionale! (Santa Lucia era di Siracusa).
Un’altra grande donna, santa Caterina da Siena, diceva:
” SE SARETE QUELLO CHE DOVETE ESSERE METTERETE FUOCO IN TUTTO IL MONDO”.