Quando ci soffermiamo sulla testimonianza della Santa che celebriamo oggi, subito ci viene in mente la “luce”.
Questo tema è molto caro nel Vangelo di Giovanni in particolare.
Pensiamo alla luce, rapportandola in particolare al miracolo che spesso chiediamo per intercessione di Santa Lucia, principalmente per coloro che hanno problemi di vista.
Partendo proprio da questa richiesta, siamo chiamati a vivere il dono di un’altra luce, quella più vera, quella a cui l’uomo deve tendere perché non smarrisca la strada che conduce alla Verità che conduce a Cristo, somma ed unica Verità.
Il nostro Papa, riguardo a santa Lucia, diceva così:
”Lucia ci dice che la vita è fatta per essere donata. Lei ha vissuto questo nella forma estrema del martirio, ma il valore del dono di sé è universale: E’ il segreto della vera felicità. L’uomo non si realizza pienamente nell’avere e neppure nel fare ma nell’amare, cioè, nel donarsi. Questo può essere inteso anche come il segreto del nome “Lucia”: Una persona è “luminosa” nella misura in cui è un dono per gli altri e ogni persona, in realtà, lo è: E’un dono prezioso”.
Questo dono, l’essere caritativa, cioè, il donarsi fa la differenza.
Questo ci hanno insegnato i santi e, in particolare, i martiri che hanno vissuto la vita nel dono di se stessi perché hanno creduto che l’ideale del Cristianesimo non è un’utopia ed anche se il mondo lo rifiuta, hanno manifestato la fede fino al martirio perché passa la scena di questo mondo ma non la Verità.
Come abbiamo fatto la settimana scorsa quando abbiamo festeggiato san Nicola e ci siamo soffermati sul “dono-regalo” che si fa in quella occasione, anche oggi, in tanti paesi c’è la tradizione del dono-regalo ai bambini in particolare.
Cosa offriamo noi adulti come dono?
La concretezza della nostra testimonianza.
Il giovane di oggi ha bisogno di seguire l’adulto, un adulto autorevole che vive, cioè, ciò che testimonia.
“La domanda di padre che oggi attraversa il disagio della giovinezza non è una domanda di potere e di disciplina, ma di testimonianza”.
MASSIMO RECALCATI
Questa testimonianza non verrà subito compresa da chi l’accoglie.
Chi di noi ha educato e ha condiviso subito questa crescita da parte del giovane?
Il tempo e la costanza fanno il tutto.
Nel mese di settembre, quando abbiamo meditato la parabola del Padre Misericordioso, vi riportavo questo paragone:
”Nel giardino ci sono tre tipi di terreno e di erba: C’è quella sempre verde che riceve sempre l’acqua, poi quella un po’ secca che si può riprendere se di nuovo innaffiata e poi il terreno duro, quello che viene sempre calpestato e su cui, anche se metti l’acqua, non potrà crescere l’erba”.
L’acqua è la nostra educazione alla fede. C’è chi l’accoglie e chi la rifiuta. Noi dobbiamo sempre insistere anche sul terreno calpestato e duro?
A questa domanda rispondo con un’altra domanda:
”I persecutori di santa Lucia, non erano il terreno duro?”
Eppure la santa ha vissuto il sacrificio del martirio, innanzitutto, proprio per loro.
Vi voglio riportare il messaggio che hanno scritto alcuni missionari del Mozambico la sera del 7 settembre 2022 quando, poi, verrà uccisa suor Maria de Coppi:”Qui sparano. Ci vediamo in Paradiso. Stanno incendiando la casa. Se non vi risento, approfitto per chiedervi scusa delle mie mancanze e per dirvi che vi ho voluto bene. (PS: Ho perdonato chi eventualmente mi ucciderà. Fatelo pure voi. Un abbraccio»)”
Il martirio di Santa Lucia, avvenuto tanti secoli or sono, vive ancora oggi nella testimonianza dei tanti martiri nella fede in Cristo.