La festa patronale è il momento in cui la nostra Comunità riscopre l’importanza dell’essere tale: Una Comunità che vive quel sogno, anzi il vero ideale che è la Comunione con Dio e l’uomo,uno sguardo che trasforma la nostra fede in opera caritativa, all’amore per costruire.
Essere Comunità comporta anche il sacrifico del mettersi da parte o il darsi non per cercare l’autoaffermazione di se stessi. Deve passare l’ideale di una Comunione a beneficio dei tanti e non dei pochi, il sacrificio del vivere guardando avanti.
Mi colpiva un pensiero ironico di Pino Pellegrino:
”Dio per preparare una zucca impiega tre mesi; per fare una quercia trent’anni, Dio sì che se ne intende”.
Costruiamo guardando oltre!
Non limitiamoci ad un fare che sarà solo il momento del piacere dell’oggi! Ma cosa sarà del domani?
Pensiamo al periodo più drammatico del Covid.
Spesso si riportava il pensiero:”Chi pagherà i contributi dati oggi?”.
Una vera politica deve guardare oltre al solo giorno del domani.
Se si vuole costruire, si deve pensare anche a quando non ci sarai più tu come protagonista, perché, caro uomo, ricordati che “Tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile”.
Ma cos’è la politica del bene comune?
Che ogni tassello della Comunità, che questa Comunione unica che è tutto l’insieme della città di Chiaravalle, quindi, la società civile, religiosa e anche scolastica, viva con la certezza di una speranza viva che ogni passo è un passo che fai per l’altro. Cristo è la via non nel senso che è un indicatore stradale e basta, ma è l’autorevolezza della vera educazione. E’ Lui stesso la via. Lui stesso si è fatto via per noi.
Perché i santi hanno fatto e hanno fatto bene? Perché hanno vissuto la speranza in Colui che è la Verità.
“La facoltà d’illuderci che la realtà d’oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d’oggi, é destinata a scoprire l’illusione domani. La vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita.”LUIGI PIRANDELLO
Quando noi educhiamo, siamo quindi testimoni. Sappiamo che non possiamo essere miopi sull’educazione. Non dobbiamo limitarci solo ad un passo avanti a noi,ma credere, perché Dio ci ha dato questa Grazia: Riscoprire che la verità che è Cristo si è fatta presenza nella nostra vita e ci fa confrontare con la nostra stessa esperienza.
Cosa ci dice il passato?
Che per costruire e per far sì che tale costruzione sia vera, richiede il sacrificio di esserci.
Il sacrificio di dare all’altro.
L’esperienza di ciò che ho vissuto nel mio cammino pastorale mi ha portato più volte a confrontarmi con la durezza di cuore, della “maleducazione”, cioè, a quel proporre al più giovane che il vero bene, la vera felicità è “stare nel bene”
“Purtroppo, troppe persone oggi si allontanano dalla luce.
Viviamo in un mondo di illusioni, in un mondo di ombre fugaci e promesse non mantenute. Se guarderete a Gesù, se vivrete la Verità che è Gesù, avrete dentro di voi la luce che rivela le verità e i valori sui quali edificare la vostra felicità, costruendo al contempo un mondo di giustizia, di pace e di solidarietà.” (PAPA SAN GIOVANNI PAOLO II)
I santi cosa ci hanno lasciato?
I santi martiri in particolare, come il nostro patrono San Biagio, cosa ci ha lasciato?
Che si muore anche per la Verità.
«Toglieteci tutto, fateci andare in giro nudi, ma lasciateci la libertà di educare».(Don Giussani)