Per noi come Comunità, la festa di oggi, come si usa dire, è sempre più “sentita” sia perché in tutti questi anni è stata sempre celebrata con una certa solennità, sia perché domani celebriamo anche la nostra festa patronale. Il nostro parroco don Saverio per questa festa aveva anche preparato i libretti con la novena .
Questa festa ci lega alla Chiesa di oriente dove è festeggiata con la denominazione “Festa delle luci”.
Questo simbolo della candela accesa rimanda alla Pasqua. Infatti la candela che oggi vi è stata consegnata è un simbolo da riportare poi la notte di Pasqua, continuità nel cammino della fede.
Ma noi quale luce attendiamo?
La luce del Cristo risorto.
Oggi, festa della presentazione di Gesù al tempio, festa dei 40 giorni dopo il Natale, è un cammino liturgico non circoscritto in alcune date, ma diremmo fatto di “tappe”, momento educativo catechistico che ci aiuta a comprendere passo dopo passo, il cammino alla centralità della nostra fede, il perché Cristo si è fatto carne, il perché Cristo ha scelto di abbassarsi all’essere uomo, a battezzarsi nel Giordano, segno di abbassamento (Il fiume Giordano è sotto il livello del mare) e poi il cammino dell’annuncio che mediteremo in queste domeniche fino alla Quaresima e infine la Pasqua.
Cristo è risorto e si è fatto luce nel nostro cammino. Questa la risposta al perché Dio si è fatto carne.
Il Padre ama l’uomo ed offre a lui, quindi ad ognuno di noi, la via alla redenzione che viene incontro a noi, nella persona di Cristo, perché solo in Lui l’uomo vive la certezza della salvezza.
“La missione di annunciare Cristo risorto non è un compito individuale: E’ da vivere in modo comunitario, con il collegio apostolico e con la comunità”. (Papa Francesco)
Siamo appunto una Comunità missionaria nel mondo.
Portiamo questa luce nella nostra realtà!
Chi è il cristiano?
“Il cristiano non fa cose diverse, ma fa diverse le cose”.
Questa diversità che hanno vissuto la Madonna e san Giuseppe, questo presentarsi al tempio e l’incontro con Simeone e poi Anna, due saggi che indicano a loro la vocazione del Figlio.
“Perché i miei occhi han visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli; luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.
Il “nunc dimittis” è chiamato questo brano.
La vocazione, il nostro destino, è quello non solo di appartenere a Dio, ma di vivere con Dio.
“La tua professione non è ciò che ti fa portare a casa la tua paga. La tua professione è ciò che sei stato messo al mondo a svolgere con tale passione e intensità che diventa spirituale nella sua chiamata”.
VINCENT VAN GOGH
Viviamo la passione di essere amati da un Altro!
Solo così scopriremo passo dopo passo che c’è una luce vera che da’ il senso al giorno che verrà.