La festa di ognissanti ci coinvolge perché esprime la nostra vera vocazione di ”Essere santi”che non significa essere buoni, fare del bene, stare bene con gli altri ecc.. ma quello che insegna il libro del Levitico:” Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo”. (Lv 19, 2).
Con il Battesimo noi siamo chiamati a testimoniare la nostra fede perché Dio ci chiama ad essere protagonisti del “già e non ancora”.
Il cristiano vive il già della salvezza, che tuttavia aspetta ancora un compimento (non ancora).
Siamo protesi verso Dio e, come diceva san Francesco di Sales ”Il mondo è nato dall’Amore, è sostenuto dall’Amore ed entra nell’Amore”.
Non c’è altra vera vocazione, se non questa.
Spesso rischiamo di ridurre il Cristianesimo solo ad una questione etica, ma come, invece, insegnava San Francesco D’Assisi:”Santificate voi stessi e santificherete la società”.
Essere protagonisti della nostra fede significa testimonianza di ciò che abbiamo incontrato. San Tommaso D’Aquino diceva:”E’ meglio illuminare gli altri che brillare solo per se stessi”.
Non limitiamoci alle cose di questo mondo!
Onoriamo i nostri cari per l’educazione alla fede che ci hanno consegnato!
Abbiamo avuto il dono del Battesimo e il dono della Grazia dello Spirito Santo per vivere un cammino educativo alla fede e non limitarsi al solo sacramento festivo.
La santità è quel bene ultimo, l’ideale vero della fede che ci rende liberi perché nell’incontro con la Verità che è Cristo noi viviamo la vera libertà.
Abbiamo bisogno della Verità perché in essa ci riscopriamo uomini. La bugia appartiene al diavolo.
Come abbiamo meditato nelle domeniche del mese di settembre e ottobre, la Comunità di Dio vive in costante preghiera per chiedere e invocare l’aumento della fede, di una fede che ci porterà ad affidarsi alla Sua persona, a fidarci e a vivere la Sua promessa.
“Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.
Crediamo e viviamo la fede, amando. “Dio non si raggiunge se non attraverso l’amore”. (Santa Teresa D’Avila)