venerdì, 22 Novembre 2024
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omelia FESTA DI SANT’AGNESE


Prima di iniziare l’omelia di oggi, vorrei riportarvi brevemente la storia della nostra santa Agnese.
Agnese nacque a Roma da genitori cristiani, da una illustre famiglia patrizia, nel III^ secolo.
Quando era ancora dodicenne, scoppiò una persecuzione e molti furono i fedeli che s’abbandonavano alla defezione. Agnese che aveva deciso di offrire al Signore la sua verginità, fu denunciata come cristiana dal figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei ma respinto. Fu esposta nuda al Circo Agonale, nei pressi dell’attuale piazza Navona. Un uomo che cercò di avvicinarla cadde morto prima di poterla sfiorare e altrettanto miracolosamente risorse per intercessione della santa. Gettata nel fuoco, questo si estinse per le sue orazioni. Fu allora trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio. La data della morte non è certa. Qualcuno la colloca tra il 249 e il 251 durante la persecuzione voluta dall’imperatore Decio, altri nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano.

La sua testimonianza è simile a quella di tante altre ragazze di quel periodo storico che noi festeggiamo: Santa Lucia, Perpetua, Felicita ecc..
Sono testimonianze di donne che hanno vissuto quella fede fino al martirio per offrire a Gesù quell’amore vero che sconvolge tutti noi se pensiamo alla nostra coscienza ed ai nostri peccati o a tutte le volte che per un nulla, abbiamo lasciato Dio o abbiamo rotto il legame con Lui per seguire altro.
La fede ci spinge a vivere con tutti noi stessi quella scelta di essere Suoi.
L’amore di Dio non ci abbandona, neanche di fronte alle avversità come il martirio che oggi assume varie forme, ma che ha sempre la stessa finalità: Rompere l’appartenenza con Lui, annullare la nuova ed eterna alleanza che Gesù ci offre nel sacrificio dell’Eucarestia.
Leggendo la sua biografia e vedendo la sua immagine, colpisce subito il fatto dell’agnello che simboleggia il suo candore.
È bello immagine questa ragazza che, come tante altre, offre la propria vita a Dio come una dedica d’amore.
Anni fa, un papà mi raccontò che non era tanto convinto della scelta della figlia di entrare in un convento di clausura. Il solo fatto che quando andava a trovarla, doveva parlare con lei attraverso una grata, la
immaginava come se fosse in prigione.
Dopo un po’ di tempo mi disse: ”In realtà poi ho scoperto che i prigionieri eravamo noi”.
La libertà di appartenere a Dio è un dono della Grazia dello Spirito Santo che ci fa vivere quell’amore unico che ci fa diventare sempre più suoi.
Un’altra santa, santa Teresa di Liseux, scriveva: ”C’è un tesoro nascosto, un bene inestimabile che poche anime sanno trovare perché è nascosto e il mondo ama ciò che brilla”.
La sante martiri hanno cercato questo tesoro nascosto al mondo e durante la loro vita hanno vissuto questa ricerca e un cammino di fede che ci deve provocare perché hanno amato di un amore unico.