Durante l’anno liturgico ci viene offerto un dono: L’occasione di vivere la festa.
Oggi ricorre la festa solenne dell’Epifania, la festa della manifestazione divina di Gesù al mondo: Una manifestazione universale.
Come di ha insegnato San Giovanni Paolo II:”Nei Magi vediamo rappresentati tutti coloro che, da qualunque luogo e in qualunque tempo, sono andati a Gesù e lo hanno trovato e gli hanno offerto il dono della loro fede, sia nelle generazioni passate, sia nella nostra, sia in quelle future”.
Quella di oggi, chiude il periodo natalizio ed è l’occasione in cui viviamo anche noi la nostra adorazione a Gesù. Come i Magi che hanno intrapreso un cammino verso il Mistero, viviamo anche noi un cammino verso Colui che si è fatto carne, si è fatto, cioè, compagnia nel cammino della nostra vita!
Una fede sempre in confronto con il reale di ciò che siamo.
Siamo chiamati a vivere in una Comunità.
Ecco il dono della festa.
„La Parola non conduce a una via solo individuale di un’immersione mistica, ma introduce nella comunione con quanti camminano nella fede“. — Papa Benedetto XVI
Nel vivere la festa, viviamo la gioia di aver incontrato Cristo!
I Magi hanno vissuto questo cammino verso Betlemme.
Pensiamo e immaginiamo il loro ritorno.
«Per noi conoscere Gesù non è poi tanto difficile: lo conosciamo nella Liturgia, nella Bibbia, negli studi di Teologia, nel Tabernacolo. Conosciamo il suo pensiero, la sua parola, la sua opera. Il problema è “riconoscere” che è molto più difficile di conoscere».(Don Tonino Bello)
Questo farsi nuovo del cammino, questa novità che li ha coinvolti dentro se stessi è la risposta che hanno riconosciuto nel volto di un bambino.
Pensiamo a quante volte, anche noi, abbiamo riconosciuto nel volto dei nostri bambini una novità che ci coinvolge non perché dobbiamo pensare alla vita che cambierà, ma a tutto ciò che non è nostro.
Sappiamo che è un dono che non viene da noi. Come Cristo, questo avvenimento avviene perché noi diveniamo ciò che siamo, in Lui.
Negli anni precedenti, oggi era il giorno in cui si celebravano i primi battesimi dell’anno. Questo, secondo me, è stato un segno che ha dato alla festa dell’Epifania quel valore che ha coinvolto sempre più la nostra
vita.
La semplicità dell’essere non può passare con superficialità nella nostra vita.
Mi colpiva il passaggio di un articolo dell’editoriale della rivista Tracce del mese di dicembre 2020:”
«Il Signore opera anche a soffi». Non si impone con gesti clamorosi: suggerisce, invita, sollecita. Si propone alla nostra disponibilità ad assecondare i fatti che Lui opera. Alla nostra libertà.
Se ci pensiamo bene, pure il Natale è così. Un bimbo, inerme. Venuto al mondo in un angolo sperduto di quel mondo, una provincia marginale e sconosciuta dell’Impero. Meno di un soffio, nella storia. Eppure, è ciò che l’ha cambiata per sempre. Perché rende possibile viverla”.
Proprio in questo momento di conclusione del periodo natalizio, offriamo alla speranza questo spazio in noi per vivere nella comunione in Dio, la novità nuova.
Lo abbiamo meditato la prima domenica di Avvento e riporto anche oggi il pensiero di san Giovanni Paolo II:” Per noi cristiani ogni giorno può e deve essere Avvento; può e deve essere Natale! Perché, quanto più purificheremo le nostre anime, quanto più faremo spazio all’amore di Dio nel nostro cuore, tanto più Cristo potrà venire e nascere in noi”.