giovedì, 21 Novembre 2024
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omelia ESEQUIE GIORGIO ANGELA


Oggi, in questa occasione di preghiera per la nostra cara Angela, è il tempo in cui noi chiediamo scusa alla nostra sorella per non aver saputo rispondere alla sua gentilezza che aveva con tutti.
È il tempo di chiedere perdono a Dio per non aver vissuto quella carità che fa la differenza in un mondo sempre più propenso allo scarto o all’indifferentismo.
È tempo di vivere un domani quello che oggi abbiamo messo da parte.
Il giudizio universale, questa “tremenda” pagina del vangelo, è il monito che Gesù rivolge ad ognuno di noi per riscoprire che c’è un tempo ed è oggi in cui vivere quello che possiamo essere:Una comunità che non si chiude o si allarga solo per sentimentalismo.
La vita è il tempo in cui Dio ci chiama ad essere quella carità che può tutto se fatta nel Suo nome e per il Suo nome.
Il giorno del giudizio non ci verrà chiesto che cosa abbiamo studiato, ma piuttosto che cosa abbiamo fatto; Non ci verrà chiesto se abbiamo saputo parlare bene, ma piuttosto se abbiamo saputo vivere devotamente”. (Tommaso da Kempis)
Occorre vivere quella devozione non giudicando se prima non scendiamo nella storia dell’altro.
Un uomo avverte un bisogno che non è il tuo: Innanzitutto il bisogno di una compagnia, di quella compagnia che sappia comprendere , consolare e non giudicare.
Ci dispiace e chiediamo scusa se, a volte, abbiamo rimandato ad altri ciò che potevamo fare noi.
Dio accoglie le anime più devote che, magari, vivono a di là di certi schemi, formalità e ritualità.
Accoglie quelle anime belle che nel silenzio invocano Colui che è la vera ricchezza.
Affidiamo alla Madre Maria, la nostra Madonna, a cui lei era devota, al suo materno abbraccio, la speranza nella resurrezione, perché il Signore consoli il dolore dei figli. Con la vera ed unica speranza, con la vera ed unica risposta che dà un senso alla nostra storia ed è la resurrezione di Cristo.
“Nel momento del giudizio la cortina viene tirata da lato: Tutto ciò che era nascosto si svela ora in una trasparenza perfetta, in una visibilità ultima e definitiva”. (Adrienne von Speyr)
Voglio pensare che Dio guarderà e illuminerà anche noi quando giungerà il nostro momento della meraviglia del suo amore che confonde i potenti con i deboli, che ama il povero perché è ricco e lascia da parte il ricco perché ha solo beni del mondo.
Come canta il Magnificat:”Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote”.

La Grazia di Dio ricolma fino all’orlo i suoi figli che lo cercano e che mendicano la Sua presenza!
Impariamo da questa stessa vita che la futilità dell’istante è niente ma nello stesso tempo è tutto se vissuta nella carità.
Dio offre a noi, come lo ha fatto con il dono di Angela, l’occasione di essere e di vivere la fraternità in un amore che non ha confini.