Oggi celebriamo la festa di Pentecoste, la festa della Chiesa. Celebriamo il dono dello Spirito Santo che discende su Maria e sugli apostoli, la Grazia che fa diventare la Chiesa del cenacolo il germe della Chiesa universale:
” A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua”.
C’è sempre un inizio nel cammino della fede.
Come più volte vi ho ripetuto, neanche gli apostoli hanno creduto alla resurrezione di Gesù anche se è apparso loro più volte. Dopo la Pentecoste inizia un cammino di missione:
”Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”.
Perché riflettere su questo dono?
Senza la Grazia, senza, cioè, il dono dello Spirito Santo che riceviamo solo e unicamente nei sacramenti, senza “questo anello di congiunzione col Divino” non c’è salvezza.
Come abbiamo ascoltato dalla sequenza:”Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa”.
L’incontro con Cristo risorto, questo aprirsi e accogliere il Suo amore (lo Spirito Santo) fa sì che l’uomo viva la sua vocazione battesimale, cioè essere “sacerdote, profeta e vivere la caritativa”.
Domenica 14, abbiamo celebrato la Cresima . Anche noi adulti abbiamo già vissuto questo momento. Vi riporto il passaggio della professione di fede che il Vescovo o chi per lui, fa il giorno della Cresima:
”Credete nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e che oggi, per mezzo del sacramento della Confermazione, in modo speciale è a voi conferito,
come già agli Apostoli nel giorno di Pentecoste?”.
Questo passaggio “in modo speciale” ci aiuta a capire che il sacramento della Confermazione o Cresima è il momento in cui diventiamo adulti nella fede. O come i fanciulli della Prima Comunione di queste due domeniche che riceveranno il sacramento dell’Eucarestia, il viatico del cammino alla fede.
“Lo Spirito Santo ci insegna: E’ il Maestro interiore. Ci guida per il giusto cammino, attraverso le situazioni della vita. Lui ci insegna la strada, la via”.(Papa Francesco)
Perché insistiamo sempre sulla necessità della catechesi in preparazione ai sacramenti se non perché sappiamo già la difficoltà a comprendere e a vivere questo Mistero e che, senza catechesi, lo vivremo con superficialità. Se non entra nella nostra “carne” come seme che porta frutto, è normale che dopo il sacramento quasi tutti dicono: ”Ormai siamo a posto, se ne parla al matrimonio”.
Apriamoci a questo dono:
”Lo spirito si effonde e parla dove vede la buona volontà di meritare la sua effusione”. MARIA VALTORTA