La festa della domenica delle Palme penso sia l’unica festa in cui tutta la Comunità si riunisce per pregare insieme.
E’ un’occasione in cui ci soffermiamo un attimo per capire il senso della settimana che inizia da oggi: Il cammino spirituale verso la Passione e la Resurrezione di N.S.G.C.
E’una passione unica e vera.
Il poeta G. Papini scriveva:” La sua memoria è dappertutto. Sui muri delle chiese e delle scuole, sulle cime dei campanili, dei tabernacoli e dei monti, a capo dei letti e sopra le tombe, milioni di croci rammentano la morte del Crocefisso”.
Cristo ha amato veramente l’umanità. Non ha lasciato un insegnamento o una dottrina che gli altri avrebbero dovuto continuare dopo. Egli ha vissuto in Lui stesso la passione per l’uomo.
“Non avessi conosciuto il Cristo, Dio sarebbe stato un vocabolo vuoto di senso… il Dio dei filosofi non avrebbe avuto alcun posto nella mia vita morale. Era necessario che Dio si immergesse nell’umanità, che in un preciso momento della storia… un essere umano, fatto di carne e di sangue, pronunciasse certe parole, compisse certi atti, perché io mi gettassi in ginocchio”. (François Mauriac)
Iniziamo questa settimana in ginocchio perché l’uomo ha bisogno di pregare, di quella preghiera che è un incontro con l’Altro.
Senza questo rapporto con Dio, tutto si riduce solo alla croce, alla sofferenza di un uomo che ha portato un messaggio d’amore e si conclude lì.
Spesso noi osanniamo la persona da cui vorremmo ricevere un dono, ma quando questo dono è un nuovo inizio in cui tu diventi protagonista, la storia si capovolge.
La misericordia del Padre non si conclude mai: Dal buon ladrone che viene accolto in Paradiso, a Maria sua Madre che viene affidata alla Chiesa. Noi, prigionieri del nostro consumismo, guardiamo Colui che ci offre la libertà nel dono della sua vera povertà.
Perché questo amore è unico?
Gesù disse: “Ti amo per come sei. E ti amo troppo per lasciarti come sei”. (Chris Lyons)
È nella libertà che offre a noi che viviamo il dono di essere figli!
In questa semplicità dell’incontro con Lui, l’uomo si riconosce libero di appartenere ad una certezza, a quella certezza di essere Amato. Riprendiamo il pensiero di Nouwen su cui abbiamo riflettuto più volte:
” Ogni volta che ci sentiamo persi, ogni volta in cui non riusciamo ad essere comunità, ogni volta che… pensa sempre che “Tu sei l’amato”.
Sentirsi amati da un Altro di un amore unico, ci porta a non sfuggire di fronte alle nostre debolezze e a vivere la nostra vocazione battesimale.
Nell’essere amati, diventiamo amanti di tutto ciò che verrà incontro a noi.
Saremo come gli Apostoli dopo lo smarrimento, il rinnegamento e il tradimento. Come abbiamo appena ascoltato dalla lettura della Passione, anche noi siamo simili a loro e ci sentiamo perduti, ma riconoscendo questo Amore, riprendiamo ogni giorno il passo che ci porterà avanti.
La vita è uno sguardo in cui riconosciamo che c’è sempre una mano che ci offre se stesso.
Claudel diceva:”Dio non è venuto a togliere la sofferenza ma a sostenerla con la sua presenza”.
Una mano ci porta ad uscire fuori dalla nostra tiepidezza, dalla solitudine, dalla sofferenza, ma per farlo bisogna imparare il suo linguaggio.
Per questo vi voglio riportava questa breve storia:” La corda della dignità
Don Luca Murdaca
C’era un bambino che tutti i giorni chiedeva un pezzo di pane al nonno, poi lo metteva in tasca e si inoltrava nella foresta per poi riapparire dopo una decina di minuti. Dopo un paio di settimane il nonno incuriosito segue il nipotino e lo vede fermarsi in un pozzo abbandonato. Tirato fuori il pezzo di pane lo getta nel pozzo, rassicurando: «Torno domani non piangere». Il nonno si avvicina e vede in fondo al pozzo un bambino di un’altra tribù che piangendo continuava a dire nel suo dialetto: «Aiuto, ti prego, salvami». Allora il nonno si rivolge al nipotino dicendo: «Che bravo nipotino che ho, che si prende cura di un bambino affamato, ma se conoscessi il suo dialetto, sapresti che lui ogni giorno ti diceva: “Grazie fratellino per il pane, ma la prossima volta, ti prego, porta una corda per tirarmi su!”».