Dopo la festa della settimana santa, ci ritroviamo insieme per continuare a vivere il mistero del dono della Pasqua.
Il mistero della resurrezione e, quindi, della redenzione, coinvolge la nostra vita, il nostro fare, ma soprattutto la grazia della redenzione, il perdono, quindi, la misericordia. Oggi, appunto, celebriamo la domenica della divina misericordia che si offre a noi come dono di fronte all’incredulità della resurrezione, quindi, alla totalità del mistero che Gesù è il Cristo.
«Cristo è risorto» è affermazione della positività del reale; è affermazione amorosa della realtà. Senza la Risurrezione di Cristo c’è una sola alternativa: il niente. (Don Giussani)
Come più volte ho ripreso, senza questo passaggio, non si può parlare di cammino verso il Dio della fede. Lo vediamo dallo stesso apostolo Tommaso:
«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Questa incredulità nasce spontanea perché siamo uomini che soprattutto oggi, vivono in un periodo storico in cui una cosa è vera solo se sperimentabile.
Purtroppo anche nella fede vogliamo rapportarci al reale: Crediamo se vediamo.
Eppure la fede è questo offrire la propria volontà a chi ci ama e viviamo del Suo amore.
La misericordia non è solo il perdono dei peccati ma, soprattutto, il dono della sua presenza nella nostra vita.
Questa Sua presenza ci offre un cammino di amore vero:
«Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati;a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Il perdono non è solo un cancellare i peccati ma un inizio sempre nuovo che Gesù ci offre.
È bello ricominciare sempre. E’ bello potersi sentire amati e rivivere così quella giovinezza della fede che si rinnova.
In questo poi ha inizio in noi il cammino di testimonianza.
Siamo testimoni del Suo amore:
«Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».
Questo mandato ci coinvolge e coinvolgerà anche gli altri.
Il nostro Papa nelle sue omelie riporta spesso :
” La Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione”. La fede si trasmette, ma per attrazione, cioè per testimonianza».
Noi siamo i testimoni del risorto.
Gesù dice a Tommaso:
«Perché mi hai veduto, tu hai creduto;beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Noi siamo quelli che non abbiamo visto ma che abbiamo creduto.
“Cristo si rende presente, in quanto Risorto, in ogni tempo, attraverso tutta la storia”. (Don Giussani)
Nella resurrezione di Cristo, noi viviamo il senso della nostra vita.
Come vi dicevo alla conclusione della catechesi biblica, noi possiamo amare Gesù e sentirci coinvolti con Lui nella passione e nella croce. Ma solo nella fede possiamo avere quello sguardo che ci porterà a vivere il suo amore, nel dono del sangue e dell’ acqua, usciti dal suo costato dopo la sua morte in croce.
Cristo nel Battesimo e nell’Eucarestia, ci offre la Grazia di essere di Lui.
Non si conclude solo nello sguardo compassionevole di Colui che ci ha amati, ma si offre a noi, alla nostra incredulità. Egli ci offre la misericordia di mettere le mani sul suo costato e sul palmo delle sue mani e ci invita alla conversione del credere, per poter dire anche noi come Tommaso la più alta espressione della fede:
”Mio Signore e mio Dio”.