mercoledì, 30 Ottobre 2024
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omelia Domenica 9 giugno 2024 (X Domenica del tempo ordinario anno B)


Dopo le varie feste che abbiamo celebrato dopo il tempo di Pasqua, riprendiamo il tempo ordinario. Domenica scorsa abbiamo concluso con la festa del Corpus Domini ed inizia questo tempo che ci accompagnerà fino all’Avvento.
Lo facciamo con un passo del vangelo che spesso abbiamo ascoltato e che è bene meditare con calma:“In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
Cos’è questo peccato da non poter essere perdonato?
È il rifiuto di Dio, l’ateismo, sia teorico che pratico.
Vi voglio riportare un brano che ho letto tempo fa e che ho conservato apposta per questa domenica. E’ la spiegazione che dà don Luigi Epicoco:
Molte volte la gente mi domanda di spiegargli, in cosa consiste la bestemmia contro lo Spirito Santo. Solitamente li accompagno davanti alla finestra del mio studio. C’è un paesaggio bellissimo. Anche quando piove si scorge la montagna, il verde, il cielo o il grigio azzurro delle nuvole che si schiacciano sulle montagne. C’è così tanta bellezza da quella finestra che ci si commuove. Dopo avergli fatto vedere tutto quel paesaggio, domando “ti piace?”; tutti nella totalità mi dicono che è molto bello. Allora io continuo dicendo “quella bellezza è lì, anche se io sono un peccatore o il migliore dei santi. Quella bellezza è lì, ma non si impone al mio sguardo. Infatti io potrei affacciarmi da quella finestra e tenere gli occhi chiusi. Decidendo di tenere gli occhi chiusi, quanta bellezza entrerebbe in me?”. Tutti mi rispondono: “Nessuna”. Ecco che cos’è la bestemmia contro lo Spirito Santo, è stare davanti alla Luce e rimanere ostinatamente con gli occhi chiusi. Quel buio scelto deliberatamente da me non può essermi perdonato, perché la misericordia di Dio non può costringermi ad aprire per forza gli occhi. Dio non può salvarci per forza; dove sarebbe la nostra libertà? Dove sarebbe l’amore? Non si può perdonare uno che non accetta di essere perdonato. Non si riesce ad amare uno che rifiuta di essere amato.”
Scusate se il testo è stato lungo, ma se lo avessi tagliato, avrei rovinato la spiegazione.
Il vangelo poi conclude con un passo diremmo “forte”.
“Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
Come avrebbe dovuto sentirsi sua madre, la madonna, di fronte ad una risposta del genere?
Lo abbiamo già meditato in un’altra occasione e lo spiegava il grande biblista Card. Martini.
Quello di Maria è un momento di dolore, eppure Lei comprende una cosa essenziale a riguardo ed è un insegnamento per tutti noi e che ripetiamo sempre, ogni volta che celebriamo la S. Messa
Come riportano le parole della consacrazione:” Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me “.
Versato per voi e per tutti.
È un amore senza condizioni o confini.
Dio ci invita all’amore con Lui, ci invita alla misericordia. Come dicevamo prima, il paesaggio non ti impone lo sguardo, è un invito. A te la scelta di appartenere a Lui.