venerdì, 22 Novembre 2024
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Omelia Domenica 7 luglio 2024 (XIV Domenica del tempo ordinario Anno B)


Cosa ci insegna oggi la pagina del vangelo che abbiamo appena ascoltato?
Il rifiuto di Gesù come Messia:” Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.”
C’è un rifiuto di Cristo perché il tutto avviene nell’ordinario.
Ci si meraviglia di come Dio agisca nella quotidianità della nostra vita.
Eppure questo è il senso della rivelazione, Dio si è fatto carne, si è fatto presenza, risposta alla domanda capitale dell’uomo che è la ricerca del senso delle cose.
“Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
Si rifiuta Dio come tale cioè un amore che si dona e non impone.
Ricordiamo la festa di Cristo re dell’universo, un re che si fa servo, come lo abbiamo celebrato giovedì santo nella lavanda dei piedi.
Un Dio che si fa carne, che si rende uomo con l’uomo.
Non siamo abituati alla gratuità e, se avviene, pensiamo che non sia vera.
Avete presente quando si va da un medico oppure si compra qualcosa? Se è gratis oppure il prezzo o la parcella è basso, diciamo: ”Sicuramente allora non vale un granché”.
Penso ai volontari, anche a quelli della nostra parrocchia, che subiscono spesso le critiche :”Se lo fanno è perché sono pagati”.
Il vangelo conclude: ”E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità”.
Non è il miracolo che arricchisce la fede, ma l’accoglienza dell’avvenimento di Cristo.
Senza questa accoglienza della sua presenza nella mia vita, anche il miracolo è come acqua che bagna la roccia e al primo sole si asciuga.
Ciò che troviamo nella seconda lettura è ciò che fa la differenza in tutto: ”Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”.
La debolezza è riconoscere un bisogno, ma cosa e di cui abbiamo bisogno?
A questa domanda rispondo con un’altra domanda: “Perché oggi l’uomo crede di meno?”
Anni fa una signora anziana mi diceva: “Oggi si prega poco perché si ha tutto e si pensa che sia tutta opera nostra”.
È pur vero che Dio non è un bisogno materiale, però questo discorso mi ha sempre fatto capire che la Grazia è un dono di un Altro.
“La fede nell’esistenza di Dio e la negazione dell’esistenza di Dio hanno un punto in comune: il desiderio di Dio.”(Michelangelo Buonarroti)