Continuiamo questo cammino iniziamo il mese di febbraio, in preparazione alla Quaresima.
Gesù inizia il suo ministero con la chiamata dei primi apostoli.
Un maestro, innanzitutto, crea un gruppo.
Lo abbiamo meditato più volte lungo il cammino di Scuola di Comunità, riflettendo sull’autorità.
Senza una compagnia non c’è un seguito e l’autorità stessa rimane sola.
L’autorità porta con sé l’invito, la proposta a seguirlo.
Gesù non è un moralista.
Gesù è il vero maestro.
Dal Vangelo abbiamo ascoltato un passaggio e, a riguardo, è bene fare un po’ di esegesi:
”Sedette e insegnava alle folla dalla barca”.
Lo riprenderemo in modo specifico nella catechesi biblica.
Come spiegava il card. Martini:”Il fatto che Gesù insegnasse dalla barca e quindi dal mare, rimanda al Mar Rosso. Il mare del passaggio dalla liberazione della schiavitù dell’Egitto. Il mare è il luogo delle turbinose vicende umane, il luogo del pericolo, del rischio…tutto questo in riferimento all’Esodo.”
Gesù si offre come salvezza.
Il profeta Isaia lo aveva già profetizzato:
” Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla;
poiché il SIGNORE, il SIGNORE è la mia forza e il mio cantico;
egli è stato la mia salvezza».(isaia 12,2)
È bello riflettere sull’atteggiamento di Pietro:
” Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
Di fronte al miracolo della pesca abbondante, Pietro riconosce in Gesù la risposta al senso della propria vita.La risposta al suo destino-vocazione.
Fa paura il timore di cambiare.
Anche i profeti, Geremia in particolare e poi Isaia e altri, l’avevano. Lo abbiamo ascoltato dalla prima lettura:
” E dissi:
«Ohimé! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Noi abbiamo riconosciuto Cristo. Questo ci porta ad un bivio: Seguire o meno, Cristo.
Oggi è la giornata della vita.
Pensiamo per un attimo alla chiamata ad essere genitori.
Il Papa lo diceva:
” Padri non si nasce, lo si diventa. E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui. Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro, in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti» (5 gennaio 2022)
La Madonna, la perfetta discepola, ha rinnovato sempre quella gioia del suo Sì fatto all’Annunciazione.
Solo chi ha incontrato Cristo può cantare e far suo quello che scrive il profeta Isaia:
” Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose grandiose,
ciò sia noto in tutta la terra.
6 Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele».(Isaia 12,5-6)