Si conclude il ciclo delle domenica di Pasqua. Da domenica prossima vivremo le altre feste: Ascensione, Pentecoste….
Si conclude con una pagina del vangelo in cui il Signore manifesta ai suoi discepoli e quindi anche a noi, il senso dell’appartenenza a Lui.
“Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”.
Questa appartenenza nasce dal sacramento del Battesimo che abbiamo ricevuto.
Quest’amore che ci lega a Lui fa sì che ogni nostro passo proceda sicuro.
“Perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.”
La preghiera è questo rapporto di amicizia. Noi preghiamo perché ci fidiamo e ci affidiamo.
Alla festa di sant’Antonio mediteremo questo concetto dell’amore di Dio,questo vivere l’amore in pienezza con noi. Egli ci offre nello stesso tempo la libertà, perché l’uomo sia libero di scegliere. Non è un amore che chiede un ricambio: Si offre e basta.
Questo amore poi bisogna comunicarlo: ” La carità è l’anima della fede. Essa la rende viva. Senza amore, la fede muore”.(Sant’Antonio)
La Grazia dello Spirito Santo ci porta ad amare come Lui ci ha amato.
“Questo è il mio comandamento: Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: Dare la sua vita per i propri amici”.
Amarsi è donarsi, superando tutte le difficoltà e gli ostacoli. Non limitarsi al “dovere”.
Come dico spesso “il 4° comandamento non dice “rispetta i genitori” ma ONORA il padre e la madre.
Questo per sottolineare che l’amore per l’altro deve coinvolgere la tua persona.
Solo quando ci sentiamo amati da un Altro, viviamo più intensamente la carità.
Sentirsi amati da un Altro è un percorso di preghiera che viviamo nel quotidiano.
Non dobbiamo scandalizzarci se poi non è corrisposto, ma ricominciare da capo.
Mi colpiva una storia letta anni fa.
In un paesino un gobbo venne preso e malmenato da un gruppo di giovani e ecc… poi venne liberato e per la vergogna si uccise.
Al funerale il parroco disse nell’omelia: ”Quando mi presenterò al buon Dio, Lui mi domanderà: ”Dove sono i tuoi agnelli che ti ho affidato?” Ed io non risponderò nulla. Me lo domanderà una seconda e terza volta ed io alla fine risponderò: “Non erano agnelli, Signore; erano lupi”.