La festa del Natale ci educa all’indispensabilità di Dio nella nostra vita.
Il vangelo di Giovanni che più volte abbiamo ascoltato in questo tempo di Natale è l’invito a riscoprire questo avvenimento nella nostra storia: ” E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.
Mi faceva riflettere una catechesi che abbiamo fatto nel novenario dei defunti, sulla fiducia (testo di don Epicoco) e proprio quel giorno mi è capitato di leggere un pensiero di san Francesco che tutti conosciamo:” Non appoggiarti all’uomo: deve morire.
Non appoggiarti all’albero: deve seccare.
Non appoggiarti al muro: deve crollare.
Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!”
Riflettendo con un amico sulla frase: “siamo tuti utili ma non indispensabili” concludevamo dicendoci che abbiamo sempre bisogno di un altro, abbiamo sempre bisogno di un amico, una compagnia che ci faccia sentire unici e nello stesso tempo, condividere la gioia di essere amati.
Questa compagnia per me è la chiesa.
Dio offre nel Natale la compagnia del Figlio che rende la nostra vita un vissuto, cioè ha un senso: ”A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.”
Dio viene incontro all’uomo e offre a te, ciò che farà la differenza nel fare le cose, nel vivere nel reale l’incontro con Lui.
Cosa veramente offre?
“La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Cor. 12,9)
Senza questo dono, l’avvenimento come vi dicevo già a Natale, cosa resta veramente?
Un ricordo della fede. Una nostalgia dell’essere stati cristiani.
Don Epicoco:”Il vangelo non è una storia che si conclude con una morale”.