sabato, 7 Settembre 2024
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Omelia domenica 5 febbraio 2023 (V domenica del tempo ordinario Anno A)


La pagina del Vangelo di oggi è veramente bella.
Gesù utilizza dei paragoni che ci aiutano a comprendere con più facilità il senso della nostra vocazione.
Riscoprire quella risposta seria alla domanda capitale:”Chi sono io e dove vado?”.
Essere sale e luce, essere, cioè, quella differenza che coinvolge anche gli altri nel cammino della fede.
Curiosa è la storia del bambino che chiede alla catechista com’è Dio e lei risponde:”Come lo zucchero che messo nel latte non si vede più ma dà sapore a ciò che poi bevi”.
Noi siamo chiamati ad essere quella differenza che cambia il mondo.
Come mediteremo sabato prossimo, giornata dell’ammalato, bisogna accogliere chi soffre non come se fosse un peso o, come dicono gli adulti, lo “Faccio per dovere perché sono moglie o figlio ecc..” ma occorre vivere il dramma della sofferenza come testimonianza di carità.
Riprendiamo la prima lettura:”Così dice il Signore:
«Non consiste forse [il digiuno che voglio]
nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.”

Ecco cos’è essere luce e sale, quella carità del quotidiano.
Come mediteremo poi in quaresima, Dio non ci chiede di fare grandi opere ma di essere un’opera.
Ricordate cosa ci diceva papa San Giovanni Paolo II:“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.
Impariamo veramente ad essere un “qualcosa” altrimenti, come dice il vangelo” Ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.”
Purtroppo non ricordo molto della Divina Commedia. Ricordo, però, quel passo in cui Dante, nel girone dell’Inferno, aveva messo gli “ignavi” coloro che non sono diremmo”nè carne e nè pesce”.
Sempre nella quaresima, mediteremo un passo del libro dell’Apocalisse che ci aiuta a comprendere meglio questo passo del vangelo:”Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei, cioè, né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca”.
Una fede che non si esprime. Come dicono in tanti”io credo nel cuore ecc…” significa, in realtà, che non credi.
Quando uno ama, fa vedere il suo amore. Se non lo fa, allora o ha dubbi oppure il suo giudizio prima lo lascia valutare agli altri.