Il vangelo che abbiamo ascoltato oggi, anche se ad una prima lettura possono sembrare due “discorsi” separati, in realtà sono collegati.
La parabola dell’uomo ricco spiega ulteriormente il discorso iniziale dei due fratelli:
” In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?»
Questo passo ci aiuta a capire un passaggio importante dell’annuncio del vangelo e il ruolo del pastore in una Comunità.
La domanda è:
Noi,cosa cerchiamo veramente a Gesù?
Egli fa capire subito che non è venuto per fare leggi o altro. Non giudica e non è mediatore…
Ma se uno mettesse in pratica quello che poi abbiamo ascoltato dalla parabola:” Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Se tu non fossi legato ai beni di questo mondo, se non assolutizzassi la ricchezza, cioè, non faresti in modo che essa diventasse il tuo Dio, allora non ci sarebbe bisogno di nessun giudice o notaio.
Pensate bene a quello che succede nelle nostre famiglie.
Quando andiamo d’accordo non abbiamo bisogno di nessun avvocato o notaio per dividere i beni lasciati dai nostri genitori.
Quando, invece, essi devono intervenire?
Dio ci invita a riflettere sul dono della ricchezza vera che è il dono del Figlio che è Cristo.
Vanità delle vanità: Tutto è vanità.
Nella prima lettura abbiamo ascoltato il monito del libro di Quoelet ,
l’invito a guardare al mondo come occasione, come diceva un autore:
”La vita è come un ponte ed è stato costruito per attraversarlo e non per costruirci sopra una casa”.
I beni di questo mondo sono utili ma non indispensabili.
Sono utili per aiutarci a vivere meglio e per aiutare gli altri, ma non perché diventassero il bene della vita stessa.
Vi voglio leggere il passaggio di una catechesi del Papa che è una sintesi di tutto ciò che abbiamo appena ascoltato:
”Non ho mai visto, dietro un carro funebre, un camion di traslochi!”.
“Ci andremo soli, senza niente nelle tasche del sudario: niente, perché il sudario non ha tasche. Questa solitudine della morte”…
“Non ha senso accumulare se un giorno moriremo”.
Il monito: “Ciò che dobbiamo accumulare è la carità, è la capacità di condividere, di non restare indifferenti davanti ai bisogni degli altri”. “Che senso ha litigare con un fratello, con una sorella, con un amico, con un familiare, o con un fratello o con una sorella nella fede se poi un giorno moriremo?A che serve arrabbiarsi con gli altri? Davanti alla morte tante questioni si ridimensionano. È bene morire riconciliati, senza lasciare rancori e senza rimpianti”.