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omelia domenica 3 novembre 2019

XXXI^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO C
Il vangelo di oggi riporta l’incontro di Gesù con Zaccheo ed è una di quelle pagine che ci aiuta a comprendere la logica di Dio.
Durante la quaresima e durante l’estate di quest’anno abbiamo meditato sulla parabola del Padre Misericordioso e i due fratelli. Oggi abbiamo ascoltato quella parabola che diventa un fatto concreto.
Importante, innanzitutto, il passo iniziale:” Quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là”.
Pensiamo al figliol prodigo il quale scopre che dentro di sé manca un qualcosa che ora va a cercare. Si sforza di cercarlo. Non si chiude nella giustificazione del dire”Non c’è la faccio”.
Segue l’incontro:” Gesù alzò lo sguardo”.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro” (Papa Francesco)
Il Padre che è in attesa del ritorno del figlio, lo vede e lo vuole incontrare.
Proprio qualche mese fa, mi è capitato di rivedere il film sul papa San Giovanni XXIII^ e mi colpì il suo messaggio quando ai carcerati di Regina Celi, così disse:” Ho messo il mio cuore vicino al vostro. Il Papa è venuto, eccomi a voi. Penso con voi ai vostri bambini che sono la vostra poesia e la vostra tristezza, alle vostre mogli, alle vostre sorelle, alle vostre mamme…”.
Se non c’è un incontro, non può esserci un cammino di fede.
Zaccheo si lascia incontrare da Gesù e Lui poi si autoinvita: ” Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
Entra nella nostra intimità e come il Padre fa festa per il figlio che è ritornato, così Gesù vuol vivere la festa della conversione di Zaccheo, perché è una gioia il ritorno al Padre.
Ma c’è il fratello maggiore. Come abbiamo studiato nella catechesi biblica, egli rappresenta il popolo di Israele legato più alla legge che alla Misericordia di Dio:” Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Gesù non si lascia ingannare da ciò che l’altro può pensare o meno.
Egli guarda ed educa al cammino dell’essenzialità del Cristianesimo che è porsi in ascolto del povero che grida il bisogno della Misericordia.
“Il Figlio dell’uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Quando rileggo questa pagina, riporto sempre un’esperienza.
Eravamo a Roma e stavamo scendendo in auto con degli amici preti.
C’era maltempo e tutto era buio. Ad un tratto, un lampo illuminò per un istante la strada ed un mio confratello disse:”Così è avvenuta la conversione di Zaccheo. Ha visto la Verità che ha illuminato la via per il Signore. Ora, se avrà restituito ai poveri quanto diceva, non si sa, ma non si può dire che non abbia visto la Via per la salvezza”.
Noi ogni giorno viviamo una scelta: Quella di essere o di non essere di Cristo. Questa scelta ci spinge a fare dei passi o a rimanere fermi.
La Misericordia è questo invito che Gesù fa a noi per vivere la conversione, perché tutti siamo chiamati alla salvezza.
“Un soldato domandò un giorno a un anziano se Dio concede il perdono ai peccatori. E l’anziano rispose: “Ditemi, carissimo, se il vostro mantello è strappato, voi lo buttate via?”. Il soldato replicò: “No, lo accomodo e continuo a usarlo”. L’anziano concluse: “Se voi vi prendete cura del vostro mantello, Dio non sarà misericordioso verso la propria immagine?.