XXVI^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO A – E – FESTA DEI SANTI MEDICI
Il vangelo che abbiamo ascoltato in occasione della festa dei Santi Cosma e Damiano e di un altro grande santo della carità, san Vincenzo de Paoli, ci invita a seguire i santi e ad essere testimoni dell’incontro con Cristo che noi viviamo nell’incrociare lo sguardo dei poveri, così come hanno fatto i santi che oggi festeggiamo.
La domanda provocatoria del vangelo di oggi è: ”Quali dei due fratelli sono io?”
Siamo quelli che desideriamo seguire il Signore ma che poi ci areniamo, oppure siamo quelli che, come il fratello che si lamenta, poi facciamo?
Questo invito del Signore si riferisce in modo particolare al segno della Sua misericordia.
Come abbiamo riflettuto nel vangelo di domenica scorsa, tutti siamo invitati ad andare a lavorare nella sua vigna, anche gli ultimi della giornata.
Tutti siamo chiamati.
“ E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”.
I santi Cosma e Damiano hanno vissuto pienamente la loro scelta di fede di servire i poveri e sono venerati in modo particolare come santi medici che curavano i poveri.
Anche San Vincenzo propose una caritativa più totale verso i poveri e non l’assistenzialismo, un’elemosina che ti porta a vivere con distacco la realtà.
La provocazione più forte che noi cristiani adulti possiamo ricevere è la realtà di ciò che viviamo. Siamo, cioè, tolleranti piuttosto che accoglienti.
La provocazione di Gesù non è un condannare le nostre scelte, ma una proposta alla conversione. C’è sempre questo invito perché Dio ama
l’uomo e desidera il SUO bene e non il suo male.
Non dobbiamo confondere il piacere con la felicità.
Gesù condanna l’uomo quando egli rifiuta e non quando non riesce:
” Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Se vedi la bontà di Dio che nei santi diventa testimonianza, sei chiamato a seguirla perché hai la testimonianza che questo cammino è vero.
Domenica prossima si festeggerà san Francesco d’Assisi, un uomo che ha vissuto la totalità della fede e che ha donato a noi la certezza che il vangelo non è metafora, ma una via concreta che si può vivere perché sostenuti dalla grazia dello Spirito Santo.
“Un santo non vive del suo superfluo: Vive del suo capitale e impegna totalmente la sua anima”(Bernanos)
Dalla 2^ lettura abbiamo ascoltato: ” Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”.
Carità è vivere con lo sguardo di Cristo.
Tutto fa parte di Lui.
Quando viviamo la totalità dell’essenza del Cristianesimo dove ogni respiro è un dono di Dio e noi siamo il respiro della Sua Parola, abbiamo iniziato e ricominciamo un cammino di conversione.
“Prendi una cosa qualunque e scoprirai che è legata a tutto il resto dell’universo”. (Muir)