Quando leggo questa pagina del vangelo, mi viene sempre in mente quella frase di Guillaume Pouget: ”Non lo si inventa il Cristo, perché è troppo scomodo”.
Se ci si soffermiamo seriamente sul passo del vangelo che abbiamo ascoltato, dovremmo anche ricordare quello che vi riportavo in un’omelia di gennaio, di quel sacerdote che la sera non leggeva il vangelo perché, altrimenti, la notte sarebbe stato in veglia a meditare su come ha veramente vissuto la parola di Dio.
Il vangelo di oggi riporta quella che nel catechismo viene chiamata la regola d’oro:” E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro”.
Non possiamo vivere la fede separata dalla realtà ma, soprattutto, non possiamo vivere la fede come se fosse un rapporto individuale e personale con Dio, se poi non pongo lo sguardo al prossimo.
Cristo ci chiama ad essere e a fare la differenza:” Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano”.
Spesso riporto la provocazione che faceva San Luigi Guanella: ”Non basta fare del bene, ma bisogna farlo bene”.
La carità o l’ amore ci deve coinvolgere con l’altro.
“La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze”. (Papa Francesco)
Perché vivere questa differenza?
Perché l’uomo ha bisogno di testimoni dell’incontro con Cristo che ci ha cambiato, devono vivere e guardare in noi quell’incontro che ci fa essere uomini autorevoli, cioè uomini che vivono ciò che proclamano.
Rivedevo un po’ di tempo fa un documentario su Papa san Paolo VI in cui veniva riportata una sua espressione tra le più conosciute: ”L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni».
Questa espressione sintetizza tutto ciò che abbiamo ascoltato finora.
Chiediamo al Signore la Grazia di ascoltare la Sua Parola che ci percuote dentro e che deve risvegliare in noi quella domanda.
Anche per chi non crede, riporto un pensiero del filosofo Aristotele: ”Sii padrone della tua volontà e schiavo della tua coscienza”.
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