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omelia domenica 22 dicembre 2019

IV^ DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
SEGNO: IL BASTONE
Oggi concludiamo il tempo di Avvento con la riflessione su san Giuseppe, patrono della Chiesa universale.
San Giuseppe è una figura che coinvolge tutti. La sua testimonianza ci richiama all’attesa. Come Maria, anche lui insieme a noi, è in attesa del Messia. Notevole la sua premurosa passione di amore per la madonna.
Abbiamo ripreso questo ultimo passaggio in occasione del settenario dei defunti quando ci siamo soffermati sull’Ave Maria. Papa Francesco ci aiuta a riflettere su san Giuseppe quando spiega il passaggio del vangelo che abbiamo ascoltato: ” Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto”.
Diceva il Papa:”Decide di addossarsi la colpa, l’avrebbe abbandonata e la gente avrebbe accusato lui e Maria si sarebbe salvata, altrimenti sarebbe stata accusata di adulterio”.
È un amore grande quello del nostro Patrono.
La carità è anche questa.
Perché ho voluto il “bastone” come segno?
Il bastone fiorito che raffigura sempre San Giuseppe riguarda non solo un miracolo riportato nei vangeli apocrifi, ma anche un passo del salmo del Buon pastore che spesso abbiamo ascoltato:”Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”.
Il Signore è, appunto, una certezza nella nostra vita.
Per i pastori, il bastone era un’arma per difendere il gregge.
Se osservate bene i pastori del presepe si appoggiano al bastone.
Noi ci appoggiamo ai santi. Chiediamo loro la grazia di vivere in attesa senza il timore di sentirci abbandonati.
Spesso nelle preghiere ripetiamo:”O Signore, fatti vedere, dacci un segno”.
Ecco: Il segno sta per compiersi. Tra due giorni festeggeremo il dono del Natale. Dio che si fa carne. Dio che si fa risposta alla nostra richiesta.
“Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Bello questo nome:”Emmanuele, Dio con noi”.
Dio è la dolcezza della presenza nella nostra vita.
Come viverla?
Il nostro Vescovo ci raccontava la storia del beato Cusmano e come nacque l’esperienza della caritativa del Boccone povero.(vedi news precedente)
Qualche settimana, in occasione di un funerale, dicevo che se ci manca una persona, se per Natale aggiungiamo un posto a tavola, quel posto non sarà mai vuoto.